Non si dovrebbe avere alcun indugio nell’indagare e scoprire quanto prima quali sono le cause di una perdita uditiva: Starkey, leader nella produzione e distribuzione di protesi acustiche, spiega per quale motivo e come evitare l’insorgere di danni più gravi.
Milano, gennaio 2022 – Non sempre è semplice ammettere di avvertire un calo dell’udito, tanto che, solitamente, solo quando il disturbo tende ad assumere contorni più definiti, incidendo sulla qualità della propria vita, inizia a sollevarsi una certa preoccupazione. Perder tempo, però, non è la soluzione corretta.
La perdita dell’udito, seppur graduale, infatti, nella maggior parte dei casi è sempre irreversibile. Questo è il motivo per cui prevenire è sempre la scelta migliore: bisogna cercare di proteggere il più possibile il proprio udito e, se ci si rende conto di sentire meno, bisognerebbe muoversi immediatamente per non peggiorare la situazione. Anche perché, in mancanza di un udito ottimale, il nostro cervello inizia ad appoggiarsi ad altri stimoli per processare la realtà, rendendo quindi poi sempre più difficile la riacquisizione dell’udito, sia in fase di riabilitazione sia dopo un eventuale intervento.
Questo vale ancora di più nei bambini, che sviluppano le abilità acustiche durante i primi anni di vita. Dopo questo lasso di tempo, diventa davvero difficile sviluppare un senso dell’udito ottimale: una diagnosi precoce è quindi fondamentale, sia in caso di disabilità uditiva parziale sia totale, anche per seguire da vicino il loro sviluppo neuro-cognitivo.
Ma quali sono i sintomi a cui prestare attenzione? Possono essere spie di un disturbo dell’udito negli adulti:
- la difficoltà a distinguere suoni e parole, in primis quando ci sono dei rumori di fondo;
- il bisogno di alzare il volume di radio o tv;
- gli acufeni;
- una sensazione di vertigini.
Nei più piccoli, invece, in mancanza dello screening neonatale universale, è importante fare caso ad alcuni comportamenti anomali, come reazioni di paura eccessive causate da rumori forti, mancanza di stimoli a sorgenti sonore entro i quattro mesi di vita o un ritardo nella lallazione.
Il primo step verso una soluzione è imparare ad ascoltare i segnali del proprio corpo e non far finta di nulla. Subito dopo è bene rivolgersi a degli specialisti, che sapranno valutare al meglio come trattare i diversi casi di deficit uditivo. Agire tempestivamente aiuterà a optare per delle soluzioni ottimali, come apparecchi acustici adatti al proprio caso, in grado di evitare peggioramenti irreversibili dell’udito.
Maggiori dettagli su starkey.it.