Immediata applicazione dei contenuti dell’ultima direttiva della Funzione Pubblica relativa alla riduzione delle presenza dei dipendenti negli uffici e alla tutela della sicurezza sanitaria dei lavoratori, seppure garantendo la continuità dell’attività operativa.
É questa, in sintesi, la richiesta che la Uil Pubblica Amministrazione trasmette ai vertici dell’Ufficio Interdistrettuale dell’Esecuzione Penale Esterna di Palermo, lamentando “notevoli e ingiustificati ritardi nella programmazione di incontri con il sindacato per fare il punto della situazione sulle necessità del personale, in relazione all’emergenza sanitaria da Covid 19”.
A scrivere è Alfonso Farruggia, segretario generale della Uil Pubblica Amministrazione di Palermo, che sottolinea l’assenza di provvedimenti , ad oggi, relativi al lavoro agile, da parte dell’amministrazione.
“Ci saremmo aspettati – si legge nella nota – la riduzione delle unità in presenza, pur assicurando all’utenza l’espletamento delle attività essenziali”.
“In questo senso – precisa – le previsioni del nuovo CCNL costituiranno un valido strumento d’impulso appena entreranno in vigore”.
La nota è indirizzata ad Anna Internicola, che svolge attualmente le funzioni di direttore reggente.
“Abbiamo richiesto un incontro urgente con l’amministrazione il 10 gennaio scorso – precisa l’esponente sindacale – e la riunione, malgrado il numero dei contagi sempre più consistente, è stata fissata solo per il prossimo 28 del mese: un ritardo che ci appare come una provocazione inaccettabile”.
“Una perdita di tempo di ben diciassette giorni che risulta ancora più grave – aggiunge – se si pensa che noi, già nel corso di una riunione tenutasi lo scorso 22 dicembre, avevamo palesato ufficialmente il nostro disappunto in merito alla mancata calendarizzazione di un incontro dedicato proprio al tema della sicurezza e della salute dei lavoratori”.
“Riteniamo sia arrivato il momento per rompere gli indugi – prosegue – e potenziare il ricorso al lavoro agile, anche in deroga al principio di prevalenza, coinvolgendo il maggior numero possibile di dipendenti che, volontariamente, aderiscono alla modalità da remoto”.
“Come è noto, a tutto il personale è stata tolta la possibilità di effettuare il proprio lavoro da casa ad eccezione di alcune unità considerate fragili, alle quali è stato garantito lo smart working per due giorni la settimana”.
Il sindacato, tuttavia, giudica la misura insufficiente.
“Con la salute dei lavoratori non si scherza – si legge a conclusione della nota – e la Uil Pubblica Amministrazione è pronta, in assenza di un riscontro, a segnalare la situazione all’Ispettorato della Funzione Pubblica e a tutti gli organi di controllo preposti a garantire l’incolumità dell’UIEPE”.