DC Nuova Sicilia su codice antimafia e misure prevenzione

Avviare un processo di riforma che, in linea ai principi dell’articolo 111 della Costituzione repubblicana riguardanti il “giusto processo”, riconosca paritariamente ed estenda la tutela ai destinatari dell’ingiusto sequestro.
A chiederlo, in una nota, è la Democrazia Cristiana nuova, attraverso l’avvocato Andrea Piazza, alla guida, in Sicilia, del Dipartimento Regionale “Legalità e Antimafia”.
“Occorre riconoscere automaticamente – si legge – i risarcimenti tabellari per ripristinare la capacità, patrimoniale e non, oltre all’azzeramento di debiti tributari e crediti fiscali cedibili “.
 “I risarcimenti – spiega Andrea Piazza – devono essere anche retroattivi, nell’interesse sociale di contribuire al rispetto dei principi di legalità, trasparenza ed equità”.
Secondo il dirigente del partito , che in Sicilia vede alla guida Totò Cuffaro, è necessario, in primis, “rimuovere l’esercizio discrezionale di assegnazione dei beni confiscati, con potenziale commistione di interessi che non abbiano finalità etiche, ripristinando la tassazione patrimoniale degli stessi beni”.
 “Il  Ministero dell’Economia e delle Finanze deve riassorbire – aggiunge – con le Agenzie del Demanio, le funzioni dell’attuale Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati”.
“Inoltre -aggiunge – è necessario disporre la vendita di tutti i beni mobili e immobili acquisiti in virtù del procedimento di confisca”.
Andrea Piazza esprime inoltre  apprezzamento per il disegno di legge 2334 del 2021 , depositato in Senato, relativo alle modifiche al codice delle leggi antimafia e misure di prevenzione.
“La Democrazia Cristiana Nuova – sottolinea – auspica un iter  legislativo rapido affinchè il disegno di legge possa essere approvato entro la conclusione della attuale legislatura”.
 “Troppe sono le vicende che raccontano ingiustizie – conclude- come quella di Massimo Niceta e Pietro Cavallotti a Palermo e a Belmonte Mezzagno  le cui vite, imprenditoriali e familiari, sono state stravolte; senza dimenticare il suicidio di Riccardo Greco a Gela, per la disperazione a causa dell’illegittimo inserimento di un’ interdittiva antimafia”.