Delle migliaia di specie appartenenti alla grande famiglia dei tarli del legno ce n’è uno in particolare le cui sembianze ci inducono facilmente a pensare a un insetto temibile per gli ambienti domestici: il “Cervo Volante”, il più grande coleottero esistente nel nostro continente.
Questo insetto (Lucanus Cervus) appartiene alla famiglia dei Lucanidi e presenta due strutture che assomigliano alle corna di un cervo, ma che in realtà sono due mandibole ben strutturate e funzionali alla lotta per l’accoppiamento per i maschi, e all’incisione del legno per le femmine per la deposizione delle uova. Dal colore bruno, esso è dotato di due paia di ali: quelle esterne, più resistenti, e quelle interne, leggere e che consentono di volare.
In linea di massima, il Cervo volante vive fino a 6 anni, trascorrendo la gran parte della propria esistenza sotto forma di pupa o larva, una fase del suo ciclo vitale in cui si nutre principalmente di legno. Ma, a differenza di quanto si possa credere, il suo nutrimento preferito non è quello domestico, bensì quello delle piante morte o in decomposizione, scavando gallerie nei tronchi per viverci. Esso, inoltre, predilige ambienti miti e soleggiati all’interno dei boschi.
È certo, dunque, che la sua presenza non necessita di un trattamento antitarlo, anzi: il Cervo volante è un coleottero in via di estinzione a causa della deforestazione, e il suo contributo per l’ecosistema è di fondamentale importanza, tant’è che viene classificato come specie protetta.