Massimo di Taranto – “Le indagini del commissario Colasanti”
Massimo di Taranto presenta un romanzo poliziesco dai toni duri e drammatici, in cui non è descritto il classico detective puro di cuore e dagli alti ideali. Il commissario Aurelio Colasanti è infatti una figura chiaroscurale, che nel suo distacco emotivo e nella sua affascinante imperscrutabilità si avvicina più ai criminali che combatte piuttosto che alle vittime che deve proteggere.
Genere: Romanzo poliziesco
Pagine: 287
Prezzo: 15,60 €
«Chi era davvero Aurelio Colasanti? Un vile carrierista o un esemplare professionista che cercava di fare al meglio il suo lavoro in un ambiente naturalmente ostile, in cui il codice penale doveva andare a braccetto con l’opportunità politica del momento?».
“Le indagini del commissario Colasanti” di Massimo di Taranto è un romanzo crudo nelle tematiche ed elegante nello stile di scrittura; l’autore narra di crimini efferati accaduti a Roma nel 1951, in cui aleggia ancora lo spettro del fascismo e in cui gli ideali comunisti si fanno strada tra la gente, nella politica e sui giornali. Il capo della sezione omicidi della squadra mobile Aurelio Colasanti è il protagonista dell’opera: è un uomo in apparenza logorato dalla sua professione e schiacciato dalle responsabilità e dai compromessi; in realtà fino all’ultimo rimane il dubbio se egli sia davvero uno schiavo inerme di un sistema corrotto o ne sia un consapevole connivente. Benché Colasanti sia il protagonista e figuri nel titolo del romanzo, vi è un altro personaggio che domina la vicenda, elevandosi di diritto nel ruolo di coprotagonista: Rosetta Bencivegna, ventisette anni, è una giornalista della cronaca locale de l’Unità, e si presenta nell’ufficio di Colasanti chiedendo informazioni sul ritrovamento del cadavere martoriato di una sedicenne e sulle ipotesi investigative. Ben presto i due iniziano una relazione, ma non tardano ad arrivare i primi screzi dovuti alle loro grandi differenze caratteriali e alle loro opposte visioni sulla vita, sui ruoli di genere e sull’integrità morale: Aurelio è un uomo arido e disilluso, disposto a tutto per far carriera, forse anche a sporcarsi le mani e a compromettersi; Rosetta è idealista e battagliera, ed è pronta a sacrificarsi in nome della libertà e della giustizia.
In una storia impregnata di violenza dove si cercano improbabili capri espiatori, in cui si raccontano menzogne per mantenere la facciata e in cui gli insabbiamenti sono all’ordine del giorno, si narra di brutali omicidi rituali riconducibili a un oscuro Ordine religioso che ha adepti anche tra le alte sfere del potere politico e giudiziario. Massimo di Taranto ha deciso di raccontare la vicenda senza porsi censure e il risultato è un’opera realista e lucida, in cui vi sono vivide descrizioni delle atrocità di cui è capace l’essere umano. Quando al primo omicidio della giovane ragazza ne seguono altri due egualmente spietati, Aurelio e Rosetta si muovono su diversi fronti investigativi mettendo in risalto quanto giustizia e potere non possano convivere, e quanto si paghi caro il prezzo per la ricerca della verità.
SINOSSI DELL’OPERA. Un efferato omicidio sconvolge la tranquilla routine della Capitale nell’inverno del 1951. Le indagini vengono affidate al commissario Aurelio Colasanti, dirigente della sezione omicidi della squadra mobile di Roma. Rosetta Bencivegna, una giovane cronista de l’Unità, si appassionerà così tanto alle indagini da instaurare un rapporto privilegiato con il commissario, sino a diventarne l’amante. Ma il loro rapporto rischia di compromettersi nel giro di breve tempo quando le velleità investigative della cronista la porteranno a comprendere la dura realtà dell’ambiente poliziesco con cui il suo fidanzato deve misurarsi ogni giorno e la indurranno a conoscere il vero volto del migliore investigatore d’Italia.
BIOGRAFIA DELL’AUTORE. Massimo di Taranto nasce nel 1968 in Puglia; si laurea in giurisprudenza ed entra nella Polizia di Stato. Nel 2022 auto pubblica il suo primo romanzo “Le indagini del commissario Colasanti”.
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