La ripartenza del turismo italiano prende piede dai borghi: sono dei dati concreti e realistici ad informarci che la maggior parte del flusso turistico nella nostra penisola si dirige proprio verso quelle piccole realtà custodi di un patrimonio prettamente made in Italy: i borghi. Come ci informa il Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il turismo, il 36% dei turisti italiani, già nel 2017 cominciava a rivolgersi con inusuale predisposizione ai piccoli borghi. Il fenomeno è rimasto sempre crescente negli anni successivi, 2018 e 2019, ma, inutile ribadirlo, con l’arrivo della pandemia nel marzo 2020 il settore terziario ha subìto costanti e preoccupanti depressioni, che hanno investito ogni ambito del turismo. Tuttavia, a dispetto del calo più o meno generalizzato dovuto al Covid-19, l’Istat ci informa che in Italia, tra gennaio e settembre 2020, si è comunque assistito ad un aumento del 6,5% rispetto al 2019 dell’affluenza turistica nei piccoli centri.
A cosa si sono rivolti, anche in piena pandemia, gli italiani e gli stranieri?
Ancora una volta, ai borghi, o meglio, a quelle destinazioni meno affollate e meno consuete rispetto alle tradizionali mete turistiche e balneari.
Questa analisi dei flussi turistici, ci illumina su un argomento di fondamentale importanza per la ripartenza del turismo in Italia: la possibilità di risorgere insieme iniziando con la sfida alternativa e sostenibile di avvicinare ancora più il grande pubblico alla bellezza dei borghi.
Perché dovremmo ripartire da qui
I borghi italiani sono un concentrato di bellezza artistica, rilevanza archeologica e attrazioni di natura sociale, culinaria ed estetica. Il borgo potrebbe rappresentare la nuova città, ma in un’ottica avanguardistica, che pone al centro dell’attenzione un turismo sostenibile e comunitario; un turismo che possa condurre il settore terziario a una ripartenza differente.
Il nuovo turismo nei borghi è lo stesso di cui si parla nella dichiarazione di Montreal (1996): un turismo ‘sociale’ che crei dei legami concreti e tangibili fra il fruitore e l’ospite; non più basato su un’ottica di spremitura delle finanze del turista, ma su una crescita economica lineare e responsabile, fondata sulla reciproca fiducia.
Il turista di borghi dovrà essere un turista sociale a tutti gli effetti: avido di conoscenza, desideroso di scambio intellettuale e fisico, amante e rispettoso delle tradizioni antiche, ma aperto a un nuovo modello comportamentale che salvaguardi non solo le sue tasche, bensì l’ambiente di tutti.
In quest’ottica, è fondamentale anche il lavoro di social media management, per pubblicizzare i nuovi modelli sui social: soltanto con la comunicazione digitale si potrà rendere di pubblico dominio questo innovativo modello di economia sociale.
Il borgo, poi, non dovrà essere un’entità singola e isolata, ma dovrà creare una rete di interdipendenza con le bellezze turistiche circostanti; una vera e propria comunità di borghi che valorizzi i luoghi e gli spazi comuni.
Il turismo sociale e l’Agenda dell’ONU
Tutto questo non è soltanto un sogno lontano e remoto, ma la realizzazione concreta degli obiettivi del programma d’azione europeo: l’Agenda 2030 prevede infatti un rinforzo della crescita economica “tramite nuove idee sostenibili e inclusive”, per colmare le disuguaglianze economiche e le sperequazioni sulle ricchezze. C’è la necessità, per tutti e di tutti, di implementare entro il 2030 una nuova forma di turismo sostenibile, al fine di trovare lavoro a chi desidera mettersi in gioco in maniera innovativa e pulita. E’ proprio per questo che, tramite la creazione di nuovi canali di comunicazione come “il borghista” si intende dare nuova voce all’importanza del capitale umano dei borghi.
Ilborghista: una piattaforma di rinnovamento per il turista e il borgo
La piattaforma turistica ilborghista si pone come strumento di riferimento per la filosofia di un turismo di alleanze sostenibili tra borghi, rendendosi disponibile a consulenze di web marketing e rilancio sociale per tutte le realtà in miniatura che desiderano prendere il proprio spazio in questa nuova forma di turismo.
In accordo con la Dichiarazione di Montreal e l’Agenda dell’ONU 2030, ilborghista vuole diventare la piattaforma per conferire dignità e nuova vita a chi possiede un patrimonio architettonico, sociale, culturale e storico, ma non ha mai saputo né potuto implementare la propria rete di conoscenze.
I borghi italiani, da sempre, vanno incontro a fenomeni crescenti di spopolamento, e proprio per questo devono e possono ripartire da un nuovo flusso in ingresso: non quello peregrino e irrispettoso della massa turistica che si getta sui beni artistici con velleità consumistiche, ma quello di un turista educato alla bellezza, che può incidere positivamente sul mercato locale con la lentezza dei tempi della Natura.