È passato quasi un anno da quando Terna ha dato il via alla prima sperimentazione in Italia del progetto internazionale OSMOSE. L’obiettivo: rendere sempre più efficiente l’integrazione delle rinnovabili nella rete elettrica nazionale.
Gli obiettivi di Terna nel progetto OSMOSE
L’Italia è uno dei Paesi con le più alte potenzialità sul fronte della transizione green. Le sue caratteristiche geografiche la rendono infatti particolarmente adatta alla produzione di energie rinnovabili. L’abbondanza di sole, vento e acqua tuttavia da sola non basta. Il motivo è presto detto: si tratta di fonti che per natura sono variabili. Riuscire a integrarle in maniera efficiente nel sistema elettrico non è semplice. La sperimentazione avviata la scorsa primavera da Terna va proprio in questa direzione. Il gestore della rete elettrica nazionale ha installato 18 sensori lungo sette elettrodotti nel territorio tra Puglia e Basilicata con lo scopo di monitorare i flussi di energia elettrica e garantire la massima flessibilità e stabilità al sistema tra fonti rinnovabili e tradizionali. L’iniziativa nasce nell’ambito del progetto OSMOSE, acronimo di “Optimal System Mix of Flexibility Solutions for European Electricity”. Finanziato dalla Commissione Europea, il progetto è durato quattro anni e ha coinvolto un consorzio di 33 partner europei con lo scopo di studiare soluzioni innovative per massimizzare l’integrazione della produzione di fonti rinnovabili. A coordinare la fase operativa del programma italiano Terna. La scelta dell’area tra Puglia e Basilicata non è stata un caso. A spiegarlo Luca Orrù, Head of Innovation Roadmap & Technologies del Gruppo, intervistato da “Startup Italia”: “In questa zona del Mezzogiorno abbiamo le condizioni ideali per testare le nuove tecnologie oggetto dell’indagine: sono presenti grandi impianti industriali connessi alla rete, come quelli siderurgici e manifatturieri; tanta produzione di energia eolica; e una rete ancora poco magliata, ovvero con presenza di potenziali colli di bottiglia per il trasporto ottimale dell’energia”.
Terna: i risultati del progetto OSMOSE
A quasi un anno dall’avvio dei test, i risultati ottenuti da Terna appaiono incoraggianti. Grazie ai sensori, alla tecnologia e agli algoritmi sviluppati durante il progetto è stato possibile rilevare potenziali momenti di sovraccarico e attivare prontamente contromisure in situazioni di criticità. “Con OSMOSE abbiamo di fatto utilizzato un digital twin, un gemello digitale che simula l’infrastruttura reale e può consentire di supportare le valutazioni delle sale di controllo fino a tre ore in avanti nel futuro”. Integrando i dati provenienti dai sensori, Terna ha potuto prevedere consumi, produzione di energia e fattori meteo, gestendo con maggiore efficacia i flussi elettrici: “I dati della sperimentazione sono promettenti – ha dichiarato Orrù – in alcuni determinati momenti è stato possibile aumentare il trasporto dell’energia di oltre il 300% e il beneficio è evidente”. Nonostante il successo della sperimentazione, è sempre bene tenere a mente che la maggior parte delle infrastrutture in Italia non è ancora pronta al cambio di paradigma energetico. Per ovviare al problema, Terna si è confrontata con diversi impianti industriali: “Abbiamo studiato insieme i processi di produzione, cercando di capire se qualche attività particolarmente energivora potesse o meno essere ri-programmata in altre ore della giornata, quelle in cui ad esempio c’è minore richiesta di energia. Questa rimodulazione – conclude – è una importante risorsa che viene incontro alle esigenze di flessibilità del sistema elettrico”.