A latere della prima edizione di "Obiettivo 5", il campus di formazione del "Corriere della Sera" sulla parità di genere, l’ex Ministro della Giustizia Paola Severino ha parlato della sua esperienza professionale e accademica.
Paola Severino: "Sono cresciuta professionalmente perché credo nella bellezza di quello che faccio"
Penalista, professoressa universitaria, ex Ministro della Giustizia, Vice Presidente della Luiss e oggi anche Presidente della Scuola nazionale dell’amministrazione. Chi meglio di Paola Severino è in grado di raccontare le sfide che una donna di successo si trova ad affrontare durante una carriera dai numerosi incarichi di responsabilità. Non è un caso che la professoressa sia intervenuta come relatrice alla prima edizione di "Obiettivo 5", il campus di formazione sulla parità di genere promosso dal "Corriere della Sera" e organizzato dal 10 al 12 marzo scorsi in collaborazione con l’Università "La Sapienza" di Roma. Una tre giorni di workshop, inchieste, dibattiti e incontri tenutasi nell’Istituto romano con l’obiettivo di affrontare le complessità della ripartenza con un focus specifico su parità di genere e nuove generazioni. Paola Severino ha preso parte come ospite al convegno dal titolo "Le donne non chiedono". A latere del suo intervento, la professoressa è stata intervistata da Virginia Piccolillo del "Corriere della Sera" sugli ostacoli superati durante la sua lunga carriera: "All’inizio eravamo in tante, e molte erano sicuramente più brave di me, ma alla fine siamo arrivate in pochissime. La mia crescita è avvenuta sempre credendo nella bellezza di quello che facevo. Ricordo che ai tempi dell’università scelsi una tesi sulla responsabilità penale del Presidente della Repubblica. Volevo affrontare un tema inedito perché avevo la volontà di dare un contributo personale. Così è iniziata la mia carriera accademica".
Paola Severino: "Le esperienze in tribunale mi hanno insegnato l’importanza del confronto"
Un percorso non esente da difficoltà. Diversi i concorsi da sostenere, poi la maternità: "Molte si fermano perché il sacrificio da fare è molto grande. Quando ho scritto il mio primo libro – ha ricordato Paola Severino – mi chiudevo nello studio di casa per scrivere e mia figlia studiava accanto a me. È importante che anche la famiglia ti accompagni nel percorso". Tra le esperienze che più l’hanno aiutata a crescere quella in veste di avvocato nelle aule di tribunale: "Mi ha insegnato soprattutto il confronto, perché si è in tre, accusa, difesa e giudice. E sai che non sarai tu a dover decidere, ma devi convincere il giudice della bontà delle tue idee. Così impari a ragionare, a prevedere le eccezioni che farà il pubblico ministero e anche a guardarti intorno con molta attenzione". Nel 2011 l’incarico di Ministro della Giustizia: "Il mio primo giorno, entrando in un enorme salone a via Renula pieno di affreschi, avvertii un enorme senso di responsabilità. Un impegno faticoso ma soddisfacente quando ottieni risultati come l’approvazione di una legge".