“La guerra imporrà restrizioni anche in Italia. L’aggressione militare della Russia contro l’Ucraina porta con sé l’orrore di morti, di feriti, di persone inermi in fuga, la distruzione delle infrastrutture, delle città e dell’agricoltura, e provocherà anche un effetto domino su tutti i Paesi dell’Unione”: lo ha sottolineato Giampiero Catone in un editoriale su “La Discussione”.
Siamo preparati a una possibile economia di guerra? L’editoriale di Giampiero Catone
Il prolungarsi del conflitto condurrà verso mesi difficili e a dir poco imprevedibili, con tutti gli scenari che rimangono validi. Anche quelli più duri, come un’eventuale economia di guerra nel nostro Paese. Lo ha ricordato Giampiero Catone in un editoriale pubblicato il 13 marzo su “La Discussione”: un approfondimento lucido che esorta a considerare scelte rapide e concrete nel breve periodo. “Dal mondo dell’autotrasporto, della pesca, delle molteplici attività agroalimentari arrivano segnali quotidiani di forte preoccupazione, di tensioni e di inasprimento di decisioni”, scrive nell’intervento. “Il blocco delle materie prime che farà scattare il fermo della produzione di imprese e industrie. Il prezzo dell’energia, di gas, benzina, gasolio, che sale e continua a crescere da settimane, mandando in crisi i budget delle famiglie e le risorse delle piccole imprese”: sono questi alcuni degli effetti economici già provocati in Italia dal conflitto russo-ucraino. Per Giampiero Catone è lecito dunque chiedersi se quella in arrivo sarà “un’economia di guerra” e, soprattutto, se saremo pronti ad affrontarla.
Giampiero Catone: prendere atto che il mondo è cambiato, lo faccia anche la politica
Tra produzione industriale in calo, mancanza di materie prime e relativo aumento dei prezzi, GCO che inizia a razionare le vendite e autotrasportatori pronti allo sciopero, lo scenario che si presenta dinanzi non è di certo dei più rosei. Come evidenziato da Giampiero Catone, uno studio di Fondazione Eni-Enrico Mattei ha messo in guardia sul “rischio più che concreto di un razionamento, cioè dei ‘distacchi programmati’ che si tradurrebbero in black out della corrente elettrica e tagli alle erogazioni di gas per uso industriale o per uso civile (riscaldamento e gas per cucinare)”. E per ristabilire la nostra produzione servirebbero almeno due anni. La conseguenza è presto detta: “Prepararsi all’economia di guerra nelle prossime settimane inizierà a prendere forma, con meno gradi per il riscaldamento, con viaggi in meno in auto, cambi di orari negli uffici, con illuminazione pubblica che sarà ridotta, e visto che andiamo verso l’estate, bisognerà ridurre l’aria condizionata, i viaggi, le gite e le vacanze”. Inflazione, taglio dei consumi e recessione potrebbero accompagnarci nel lungo periodo: l’invito di Giampiero Catone è prenderne atto quanto prima per prepararsi al meglio e “alleviare lo shock delle rinunce a cui non siamo più preparati”. “Il mondo è cambiato”, si legge in conclusione all’editoriale, “dovremmo ritornare a vivere con più attenzione, sobrietà e fiducia verso noi stessi e verso ciò che decideremo. Prendere coscienza dei problemi non è un male, lo faccia anche la politica, che in questi anni ha inseguito ogni chimera e velleità retorica, per non sapere attuare scelte chiare e a beneficio del Paese”.