“Occorre salvare il policentrismo del territorio”: l’invito dell’avvocato Massimo Malvestio nell’intervista a “Nordest Economia” dello scorso 20 gennaio.
Massimo Malvestio: focus sull’intervista rilasciata a “Nordest Economia”
L’apertura del capitale che sta caratterizzando l’imprenditoria nordestina negli ultimi mesi è un fenomeno destinato a svilupparsi e consolidarsi ma solo “se il quadro legislativo rimarrà favorevole”. Lo sottolinea l’avvocato Massimo Malvestio nell’intervista rilasciata a “Nordest Economia” lo scorso 20 gennaio. “Certo, i costi di quotazione sono ancora molto alti e non proporzionati nei casi di imprese che puntano a raccogliere sul mercato soltanto qualche milione di euro. A favore di una progressiva apertura al mercato gioca anche il fatto che la trasparenza è ormai nel Dna della stragrande maggioranza delle nostre imprese, per cui le regole imposte dalla Borsa non sono percepite come un trauma, diversamente da quello che poteva accadere nel passato”, aggiunge il Presidente del Comitato per gli investimenti di Praude Asset Management spiegando poi come in un territorio di Pmi come il Triveneto i fondi di private equity rappresentino “un’opportunità se l’imprenditore è in grado di gestirla”. Infatti “apportano capitali, che costituiscono una leva fondamentale per lo sviluppo delle imprese e quindi del territorio, e rafforzano i presidi di trasparenza nella comunicazione. Quando investono in quote di minoranza, costituiscono quasi sempre una ottima opportunità per imprenditori attrezzati per gestire il rapporto”. Invece secondo Massimo Malvestio nel caso in cui “acquistano la maggioranza facendo ricorso in maniera prevalente al debito e puntano a rivendere il prima possibile, senza mostrare alcun attaccamento verso l’impresa, la sua storia, la gente che ci lavora, il territorio che quell’impresa ha espresso, allora diventano socialmente pericolosi”.
Massimo Malvestio: la trasparenza è nel Dna delle imprese
Impossibile analizzare il fenomeno senza guardare alla situazione in cui versa il territorio, come ricorda Massimo Malvestio: “Il Triveneto deve fermare l’emorragia dei suoi giovani più qualificati e attrarre nuovi talenti. Occorre salvare il policentrismo del territorio: il Covid ha rilanciato i centri minori ed è un’opportunità enorme. Abbiamo carte straordinarie da giocare: non solo il paesaggio, ma anche la qualità della convivenza, un sistema sanitario ai vertici mondiali, le università e un sistema di imprese formidabile. Dobbiamo fermare la deriva a diventare periferia e su questo in effetti bisogna pensare un po’ di più”. Sarebbe quindi utile poter contare anche su un sistema finanziario vicino alle esigenze delle imprese locali: “Il Triveneto non esiste più in termini bancari a parte Cassa Centrale a Trento e a parte la provincia di Bolzano. Le casse di risparmio, le banche popolari e quelle di credito cooperativo sono state private dei rispettivi tratti tipici per via normativa e spinte verso il modello di Spa. Ora si è persa anche Cattolica Assicurazioni, e in questo caso neppure sarebbero mancati i soldi. È così che si diventa periferia, un po’ alla volta”. Il PNRR gioca in quest’ottica un ruolo fondamentale: “È importante che le risorse in arrivo vengano impiegate per investimenti in grado di sostenere la competitività del territorio. Il Triveneto deve fermare l’emorragia dei suoi giovani più qualificati e attrarre nuovi talenti”.