Andrea Piazza (DC Sicilia Nuova) chiede il raddoppio del Ponte Corleone

Procedere immediatamente al completamento del raddoppio del Ponte Corleone, nell’interesse generale della collettività.
La richiesta porta la firma dell’avvocato Andrea Piazza, responsabile regionale del Dipartimento Legalità e Antimafia della Democrazia Cristiana Sicilia Nuova.
“L’opera – spiega l’esponente regionale del partito di Totò Cuffaro – riveste un’importanza strategica e ha una rilevanza essenziale: basta immaginare, nell’ipotesi altamente probabile, che venga dichiarato inagibile il Ponte centrale”.
“Gli effetti sulla viabilità – avverte – sarebbero catastrofici”.
“La storia del raddoppio del Ponte Corleone è a dir poco sfortunata – racconta il professionista – ma l’opera era ritenuta nevralgica già negli anni ottanta, anche per ridurre il carico e l’usura del Ponte centrale”.
“Completato l’iter autorizzativo – prosegue – il cantiere venne aperto nel luglio del 2005: è ancora visibile il cartello che segnala l’avvio dei lavori”.
Le opere basamentali furono eseguite per il 15 % circa.
Successivamente, nel 2008, venne rescisso il contratto con la S.p.A. Cariboni che stava realizzando l’opera.
“Innescatosi un contenzioso legale con sentenza del Tribunale di Palermo – precisa – e, nello specifico, con sentenza del Giudice Unico Paolo Criscuoli, la Cariboni venne condannata a risarcire il Comune di Palermo per l’importo di € 10,8 milioni, oltre all’incameramento della polizza fideiussoria della società assicurativa francese Coface di € 816.087,05”.
“Appare inverosimile che per oltre quindici anni – prosegue Andrea Piazza – quest’opera pubblica sia caduta nel silenzio: era già fondamentale decenni addietro, oggi lo è ancora di più”.
“Già nei primi mesi del 2021 – continua – abbiamo sollecitato il Comune di Palermo, coinvolgendo anche la Regione Siciliana e chiedendo un intervento diretto, sul modello del ponte di Genova, per procedere senza indugio alle opere per il completamento”.
“Con stupore – chiarisce –  abbiamo appreso che l’amministrazione comunale, illogicamente, ha disposto una nuova gara per la progettazione del raddoppio del Ponte Corleone per l’importo di € 591.000,00”.
“Non comprendendone la logica, abbiamo portato a conoscenza sia la Procura della Repubblica di Palermo che la Procura Regionale della Corte dei Conti – precisa – per supposto danno erariale e per capire il senso della nuova progettazione di un’opera parzialmente eseguita: nello specifico, ci chiediamo quale iter di destinazione abbiano seguito le somme per il finanziamento degli interventi infrastrutturali”.
“Una scelta assolutamente illogica e contraria – prosegue –  ai principi di buon andamento della pubblica amministrazione, che dovrebbero privilegiare l’interesse collettivo con una rapida realizzazione dell’opera, scongiurando in ogni caso un danno erariale”.
Anche sotto il profilo di opera strategica, secondo l’esponente della Democrazia Cristiana Sicilia Nuova, resta incomprensibile la priorità assegnata alla realizzazione del tram e alle nuove tratte.
“Nulla, invece – aggiunge – per il raddoppio del Ponte Corleone, oltre allo stato di deterioramento del Ponte centrale e del Ponte Oreto: ormai viviamo in una città che progetta solamente ma non realizza”.
“Ipotizzabile che la scelta di non intervenire sui ponti – osserva – sia stata deliberata in virtù di qualche ragione non esternata, nell’errata convinzione che sussistano percorsi funzionali alternativi”.
“Eppure, il raddoppio è essenziale – riflette – in considerazione del fatto che si tratta della sola arteria di collegamento diretto lato monte con la città, in direzione degli assi autostradali, e con le altre province: ad oggi, rimane molto nebulosa la scelta dell’amministrazione comunale di non riconoscere la priorità di un’opera necessaria ma assoggettata illogicamente  alle pastoie burocratiche”.
Nel gennaio scorso, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, a seguito di una richiesta – l’ultima, in ordine di tempo, da parte dell’avvocato Andrea Piazza – aveva inviato una nota all’assessorato ai Lavori Pubblici per chiedere se vi fossero novità in merito.
” Malgrado ciò – conclude l’avvocato– non sono stati forniti aggiornamenti: anzi, non è giunta alcuna risposta”.