Senso di responsabilità e soprattutto amore per il proprio lavoro. È su queste basi che Paola Severino ha costruito la sua lunga carriera. I dettagli in un’intervista pubblicata sul “Corriere”.
Paola Severino: “All’università ho avuto il coraggio di sfidare me stessa”
Prima donna della storia italiana ad essere nominata Ministro della Giustizia, oggi Presidente della Scuola Nazionale dell’Amministrazione nonché Vice Presidente della Luiss. Paola Severino è l’esempio perfetto di una donna che, nonostante gli ostacoli e le difficoltà, è riuscita a raggiungere i vertici della sua professione. Di recente, la professoressa è stata scelta come relatrice della prima edizione di “Obiettivo 5”, il campus di formazione sulla parità di genere lanciato il mese scorso dal “Corriere” in collaborazione con l’Università “La Sapienza” di Roma. A latere dell’evento, l’ex Ministro ha raccontato le principali sfide incontrate lungo il suo percorso. Il primo ricordo l’università e la laurea in Giurisprudenza: “Sfidai me stessa con una tesi sulla responsabilità penale del presidente della Repubblica. Nessuno ne aveva mai scritto. Osai, perché avevo la volontà di dare un contributo personale”. “Quando esposi le mie idee su quel tema inesplorato – spiega Paola Severino – l’intera commissione, presieduta da Giuliano Vassalli, iniziò a discutere con me e tra di loro le conclusioni della tesi. Ebbi 110 e lode e la mia carriera accademica iniziò con la telefonata del mio relatore che mi propose di collaborare alla cattedra di diritto penale. Questo per dire: bisogna contare su se stessi, non lasciarsi intimidire dalle sfide, ma un pizzico di fortuna aiuta”.
Paola Severino: “Maternità una sfida. Le funzioni non hanno genere”
Il successo è poi arrivato gradualmente, grazie a impegno e supporto familiare. Numerosi i concorsi da superare, in contemporanea la nascita di una figlia: “È stata dura – racconta Paola Severino – quando scrivevo il mio primo libro da presentare per il concorso da professore mi chiudevo nello studio e la piccolina mi si metteva accanto con un piccolo banco, facendo finta di scrivere e ci facevamo compagnia. Mio marito mi aiutava a correggere le bozze. Non era facile, ma mi hanno sempre supportato”. Parallelamente alla carriera accademica, Paola Severino si fa strada anche nel mondo dell’avvocatura: “L’esperienza nei tribunali mi ha insegnato il rispetto dei ruoli, l’importanza del confronto e a non essere arrogante. Perché si è in tre, accusa, difesa e giudice. E sai che non sarai tu a dover decidere, ma devi convincere il giudice della bontà delle tue idee. Così impari a ragionare, a prevedere le eccezioni che farà il pubblico ministero e anche a guardarti intorno con molta attenzione”. Dopo aver ricoperto diversi incarichi istituzionali, nel 2011 la chiamata di Monti e la nomina a Ministro della Giustizia: “Senti di rappresentare lo Stato, cosa che ti riempie di orgoglio, ma anche di paura di sbagliare. E ciò rende l’impegno faticoso, ma pieno di soddisfazione”. Conclusasi l’esperienza al Governo, per due anni è Rettrice della Luiss, per poi diventarne Vicepresidente. Oggi, oltre a guidare la Sna, è a capo di una Fondazione che sostiene le detenute offrendo supporto legale e inserimento lavorativo.