Federico Motta Editore si rivolge alle generazioni presenti e future per trasmettere loro il valore che la memoria racchiude in sé e lo fa riportando alla luce la lezione tenuta da Umberto Eco sul tema durante l’assemblea generale dell’ONU.
Federico Motta Editore riporta alla memoria il discorso di Umberto Eco
“Il problema che entra in gioco – spiegava Umberto Eco nel suo discorso di apertura all’assemblea generale dell’ONU del 2013 – è che nessuna civiltà (nel senso antropologico della parola, intesa come sistema di idee scientifiche e artistiche, miti, religioni, valori e abitudini quotidiane) può sussistere e sopravvivere senza una memoria collettiva”. In quell’incontro del 21 ottobre 2013 veniva affrontato il tema “Contro la perdita della memoria”, scelto partendo da un interrogativo che iniziava a pesare sulla collettività, ovvero: la civiltà sta andando incontro a una perdita della memoria? Federico Motta Editore è tornata sulla questione ricordando le parole del filosofo e scrittore, il quale sottolineava l’importanza della memoria: “Le società hanno sempre fatto affidamento sulla memoria per preservare la loro identità, a partire dal vecchio che, seduto sotto un albero, raccontava storie sullo sfruttamento dei suoi antenati e sul mito fondatore della tribù”.
La correlazione tra memoria e identità illustrata da Federico Motta Editore
Perché quindi è importante non cancellare la memoria? “Quando un qualche atto di censura spazza via una parte della memoria di una società, questa società attraversa una crisi di identità”, commentava Umberto Eco. La memoria può pertanto essere considerata come una parte complementare dell’identità stessa, senza la quale la seconda entrerebbe in crisi. La Casa Editrice sottolinea come questi due aspetti, così fondamentali e profondi dell’essere umano, non possono fare altro se non procedere di pari passo. Per “preservare la propria identità”, la civiltà deve però compiere un ulteriore passo, “non deve solo comportarsi come un archivio di informazioni, ma anche come un filtro”, tenendo sempre a mente che “filtrare non significa cancellare”. Opinione condivisa anche da Federico Motta Editore: senza la memoria neanche il progresso sarebbe possibile: tutti gli innovatori sono partiti dal lascito dei loro predecessori.