Private Banking, cosa sono i tassi di interesse e quali gli effetti di un eventuale risalita in Europa? Banca Generali dedica all’argomento un articolo pubblicato su “Protezione&Risparmio”.
Private Banking, Banca Generali: perché è importante capire il ruolo dei tassi di interesse
Agli inizi di maggio la Federal Reserve ha aumentato i tassi di interesse di mezzo punto percentuale. Una decisione storica, quella della banca centrale americana, che conferma così il cambio di rotta avviato per contrastare l’inflazione. In Europa si attende un intervento simile anche da parte della Bce. Quali gli effetti di un possibile aumento sull’economia europea? Ad affrontare l’argomento è Banca Generali. L’istituto leader del Private Banking ha deciso di rispondere alle domande più comuni sui tassi di interesse in un approfondimento pubblicato sul nuovo blog “Protezione&Risparmio”. I tassi di interesse “rappresentano il costo del denaro con cui le singole banche di ogni paese prendono soldi a prestito” dalle banche centrali (come Bce o Fed) o da altre autorità monetarie nazionali. Alzare i tassi di interesse significa dunque aumentare il costo dei finanziamenti erogati dal sistema bancario, con evidenti ripercussioni in primis su mutui e finanziamenti. Abbassarli, al contrario, significa dare slancio all’economia agevolando imprese e consumatori. Basti pensare alla crisi economica scoppiata nel 2008 dopo il fallimento di Lehman Brother: “La Federal Reserve prima e la Bce poi – si legge nell’articolo pubblicato da Banca Generali – hanno progressivamente abbassato i tassi per evitare che la crisi si aggravasse ancor di più”.
Private Banking, Banca Generali: tassi in risalita contro l’aumento dei prezzi, come comportarsi
Come si spiega oggi la decisione delle banche centrali? Alzare i tassi e frenare l’economia potrebbe infatti sembrare un controsenso in un momento di rilancio. Nell’ultimo anno, spiega l’Istituto di Private Banking, lo scenario è notevolmente mutato: “Una volta terminata la pandemia da Covid-19, che nel 2020 ha paralizzato l’economia, il PIL mondiale ha ricominciato a correre velocemente. Si è creata così, a livello internazionale, una domanda di materie prime, beni e servizi molto elevata, spesso superiore all’offerta di mercato”. Con lo scoppio del conflitto russo-ucraino l’inflazione non si è fatta attendere, raggiungendo negli ultimi mesi livelli che non si registravano da oltre 20 anni (8% negli USA, 7,8% in Europa). Per tenere a bada il fenomeno e soprattutto per evitare di renderlo permanente, la Fed ha ritenuto necessario rialzare i tassi e aumentare il costo del denaro, così da limitare la moneta circolante e di conseguenza il caro-prezzi. Gli esperti prevedono anche per la Bce un aumento dello 0,5% nei prossimi mesi, che tuttavia dovrebbe essere graduale. In questo caso, spiega Banca Generali, affidandosi a un bravo consulente finanziario è possibile evitare errori di valutazione e costruire un portafoglio in grado di adattarsi al nuovo scenario, puntando ad esempio non sui bond di lungo periodo ma su obbligazioni di breve periodo, “che già scontano il futuro aumento dei tassi e pagano degli interessi un po’ più generosi di prima”.