Bologna, 5 luglio 2022 – Sostenere l’innovazione, favorire la crescita di nuove imprenditorialità, investire nelle potenzialità delle giovani generazioni per colmare il ritardo dell’Italia in ambito tecnologico. La ricetta proposta da CRIF e Fondazione Golinelli per incentivare sinergie tra il mondo della ricerca e quello dell’impresa non è certamente semplice e le percentuali di successo di percorsi di incubazione e accelerazione di start-up innovative sono spesso modesti.
Tuttavia, i numeri che fin dalla sua costituzione, nel 2018, accompagnano l’attività di G-Factor, l’incubatore-acceleratore di Fondazione Golinelli, raccontano una storia diversa: a oggi sono state esaminate circa 450 imprese e seguendo un approccio rigoroso ed esigente ne sono state selezionate 18.
La seconda edizione del programma I-Tech Innovation, presentata in questi mesi su tutto il territorio nazionale, nelle maggiori università e nei centri di ricerca, con webinar ed eventi in presenza, ha superato i risultati attesi: sono infatti state 247 le candidature valide pervenute a fronte delle 207 dello scorso anno (+19%).
Il totale delle candidature sale addirittura a quota 423 se si considerano anche quelle non ritenute complete. Si tratta di un numero estremamente significativo, che offre un riscontro quantitativo tangibile, molto positivo, per un programma che, pur essendo solo alla seconda edizione, è già riconosciuto a livello nazionale e internazionale.
Complessivamente il 58,5% dei team candidati arriva dal nord Italia (nello specifico il 22% dall’Emilia-Romagna e il 20% dalla Lombardia); il 14% dal Centro Italia e quasi il 12% dal Sud e dalle Isole; infine, il 15,5% dei team proviene dall’estero.
Per quanto concerne le tre verticali principali nelle quali si articola la call, sono state raccolte: 98 candidature in ambito Life Science&Digital Health, 45 nel settore FinTech&InsurTech e 54 nel segmento AgriTech&FoodTech: Le due nuove verticali sperimentali, Industry 4.0 e Social Impact, hanno rispettivamente totalizzato 33 e 17 candidature.
Il 53% di questi team è già costituito come start-up innovativa, il 15% assume altre forme societarie mentre il 4,5% delle candidature coinvolge spin-off universitari.
La seconda edizione di I-Tech Innovation, che si è aperta quest’anno a importanti partnership con aziende e istituzioni, come quella con il Competence Center BI-REX, Emil Banca, Gruppo BCC Iccrea e BPER, proseguirà nei prossimi mesi con la valutazione dei team candidati.
Il processo si concluderà il prossimo 10 ottobre con la selezione di 16 start-up.
I team selezionati accederanno al programma di accelerazione G-force che si svolgerà prevalentemente presso BOOM, il nuovo knowledge e innovation hub di CRIF che verrà inaugurato negli ultimi mesi dell’anno a Osteria Grande, alle porte di Bologna.
«Fondazione Golinelli non si fermerà all’azione di investimento in quattro nuove startup che saranno selezionate in ambito Life Science, aggiungendosi alle 18 già accelerate nei tre anni precedenti. L’attenzione crescente attorno alla nostra iniziativa ci spinge a supportare l’ecosistema dell’innovazione italiano lavorando in stretta sinergia con le università e i centri di ricerca, creando una rete di relazioni nazionale – e in prospettiva internazionale – nell’intento di mantenere vivo un ordito di eccellenze dialoganti tra loro. Troppo forte è la tentazione di alcuni territori che in nome dell’attrattività di talenti e dell’occupabilità (solo) nei propri confini, si prodigano in politiche a carattere esclusivamente locale mettendo in competizione distretti e “valley”: i quali, spesso, per quanto supportati da interventi di carattere pubblico, non raggiungono comunque dimensioni sufficienti per rappresentare dei veri campioni a livello internazionale. La competizione è positiva perché rappresenta un criterio irrinunciabile di selezione tra il “grano e la pula”: ma per il sistema Italia, la cooperazione tra i distretti, i tecnopoli, le agenzie per lo sviluppo, le università, gli incubatori e l’insieme del mondo degli investitori professionali è tuttavia assolutamente necessaria. Tutti questi attori dovrebbero dialogare di più per favorire la nascita di un numero maggiore di reti e cluster nazionali – certo settoriali, ma trasversali e interregionali – di cui già peraltro ci sono interessanti ed efficaci esempi. In un Paese come il nostro dove non esistono le grandi concentrazioni è necessario produrre aggregazione: nessuno può farcela da solo o illudersi che esistano luoghi elettivi e privilegiati rispetto ad altri per fare innovazione. Ogni territorio ha il proprio genius loci che va messo in relazione con la straordinaria ricchezza e varietà che contraddistingue l’intero tessuto connettivo italiano» dichiara Andrea Zanotti, Presidente di Fondazione Golinelli.
«Il successo del programma di accelerazione che abbiamo sviluppato insieme a Fondazione Golinelli rappresenta anche un ulteriore step, concreto e molto positivo, volto alla costruzione di un ricco e dinamico ecosistema di startup per BOOM, il nuovo hub digitale e fisico di CRIF dedicato all’education, al training e all’innovazione. Lanciato da poco, BOOM cresce settimana dopo settimana, arricchendosi di nuove iniziative, collaborazioni e opportunità di progetti e percorsi rivolti non solo alle start-up, ma anche a scuole, aziende e professionisti» aggiunge Loretta Chiusoli, Group Chief HR and Organization Officer di CRIF.
«I numeri parlano chiaro: siamo molto soddisfatti della quantità di progetti candidati e dei contatti generati. L’iniziativa di livello nazionale ha attratto interesse da parte di tutte le regioni di Italia e i contatti sviluppati ci riempiono di responsabilità non solo come investitori, ma anche come partner di supporto ai principali incubatori e alle organizzazioni di trasferimento tecnologico degli enti di ricerca pubblici e privati e delle principali università e incubatori partner di G-Factor» afferma Antonio Danieli, Vice Presidente e Direttore Generale di Fondazione Golinelli e Amministratore unico di G-Factor.
«Siamo lieti che il programma di accelerazione abbia suscitato un così ampio interesse tra le start-up italiane e di altri paesi. Questo risultato ci dimostra la forza della nostra formula, che ci vede supportare le nuove imprese innovative nel crescere business sostenibili e resilienti non solo attraverso il sostegno economico, ma anche promuovendo la sperimentazione congiunta e l’implementazione delle ultime tecnologie attraverso un network fatto di mentors, business sponsor e partner tecnici» conclude Valeria Racemoli, Open Innovation Project Manager di CRIF.