Alessandro Benetton e l’effetto Mandela: i falsi ricordi che inducono in errore

A volte il cervello umano “ripara” la memoria con ricordi errati, che possono trasformarsi in credenze collettive. Ne parla Alessandro Benetton nel suo ultimo video Youtube.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: cosa ha scoperto grazie all’errore su Einstein

Quando si parla di Einstein, molti danno per scontato che la carriera scolastica del noto fisico non sia stata delle più brillanti. Si tratta tuttavia di una leggenda metropolitana: lo scienziato non solo eccelleva nelle materie scientifiche, ma non fu bocciato neanche una volta. Un falso ricordo di cui è stato vittima di recente anche Alessandro Benetton. Ma non tutti i mali vengono per nuocere, ha dichiarato l’imprenditore nell’ultima puntata di #UnCaffèConAlessandro: “Grazie a questo errore sono venuto a conoscenza di un fenomeno interessante e molto particolare, l’effetto Mandela, detto anche ‘falso ricordo’. Si verifica nel momento in cui abbiamo un deficit di memoria e il nostro cervello cerca di tappare il buco con delle spiegazioni che, anche se sono plausibili, non sono vere”. La maggior parte delle volte si tratta di ricordi personali, con un effetto limitato alla sfera privata. A volte capita tuttavia che il falso ricordo, come nel caso di Einstein, si faccia strada nella memoria collettiva. L’effetto Mandela è stato identificato dall’autrice Fiona Broome, che nel 2009 scoprì di aver creduto per anni che il Nobel per la pace fosse morto in prigione negli anni ’80, mentre fu liberato nel ’90 e morì nel 2013: “Potrà sembrare un banale errore – commenta Alessandro Benettonma Broome si rese conto che non era l’unica a ricordare la storia nel modo sbagliato. Si trattava di una falsa memoria condivisa, a cui molti aderivano perché abituati alle credenze comuni”.

Alessandro Benetton: le ripercussioni dell’effetto Mandela sulla collettività

Dall’esperienza della Broome nasce il sito mandelaeffect.com, in cui cominciarono ad essere elencati tutti quei casi che potevano rientrare nell’effetto Mandela. Lo stesso Alessandro Benetton parla ad esempio dell’iconica frase recitata dalla Regina Cattiva di fronte allo Specchio Magico, con la frase corretta che non recita ‘Specchio, specchio delle mie brame’ ma ‘Specchio, servo delle mie brame’. “Per me è pazzesco pensare che tutti possono convincersi di qualcosa di falso, a tal punto da cambiare la percezione collettiva. Tutta la vita ho sentito dire che Einstein era stato bocciato e ormai lo davo per scontato. Un po’ mi dispiace – aggiunge con ironia Alessandro Benettonperché l’idea che un genio come Einstein fosse stato bocciato per me era stata molte volte uno spunto motivazionale. Sempre Einstein però diceva che una persona che non ha mai commesso errori è una persona che non ha imparato nulla di nuovo. Per questo ringrazio l’autore dell’articolo che mi ha fatto notare l’errore: da un lato ho realizzato che la mia non è una memoria infallibile, dall’altro ho trovato una scusa per imparare qualcosa di nuovo”.