Materiali di nuova concezione che possono fermare l’azione di virus e batteri; esistono e sono stati molti usati durante la pandemia. Quando si tratta di proteggere la salute degli operatori sanitari, o dei pazienti e dei loro parenti, il settore medicale offre soluzioni che devono garantire elevati standard di sicurezza. E del resto ci affidiamo a dispositivi di protezione medicali o ad apparecchiature elettromedicali proprio con l’obiettivo di tornare in salute. Contrastare l’effetto delle malattie da un lato, ma anche prevenirne l’insorgenza sono due degli obiettivi dei dispositivi di cui ci circondiamo.
Prendiamo il caso delle mascherine, FFP2 o chirurgiche: ormai sappiamo che non sono la stessa cosa. Con quali materiali sono realizzate? Abbiamo mai sentito parlare del tessuto non tessuto per mascherine per evitare la diffusione di agenti patogeni?
Si tratta di un prodotto industriale dall’aspetto simile a quello di un tessuto, ma realizzato con procedimenti diversi rispetto ai tradizionali metodi di tessitura, in grado di garantire determinate performance e quindi qualità e sicurezza delle mascherine.
Con quali materiali viene prodotto il Tnt?
Polipropilene (PP) e poliestere (PE) sono i due materiali con cui è realizzato il tessuto non tessuto settore medicale. Anche il tessuto non tessuto per mascherine, garantendo differenti gradi di filtrazione di aria e liquidi, viene prodotto con i due materiali di cui abbiamo scritto poche righe più sopra. Diversi gli spessori e i gradi di filtraggio, a seconda del modo di produrre il tnt. Il tessuto non tessuto, infatti, non si usa solo nel settore medicale, ma trova applicazione anche in altri settori.
Per poter utilizzare le mascherine in tnt negli ospedali e nelle strutture sanitarie, lo Stato Italiano si affida all’Istituto Superiore di Sanità, per la validazione delle mascherine stesse, prima dell’immissione sul mercato e il relativo acquisto da parte delle strutture pubbliche e private. Le norme tecniche per la produzione di mascherine certificate sono la UNI EN ISO 10993-1:2010 e la UNI EN 14683:2019. Senza entrare nel dettaglio, diciamo che attualmente il tessuto non tessuto per mascherine utilizza il Tnt prodotto con metodo meltblown, che ha ottima capacità filtrante (in genere per l’interno della mascherina), insieme al TnT con tecnologia spunbond, più resistente ma meno adatto al filtraggio e dunque utilizzato per la parte esterna delle mascherine.
Come sono fatte le mascherine in TnT?
Solitamente sono tre gli strati di TNT che vengono sovrapposti, ad esempio nelle mascherine chirurgiche, secondo uno schema Spunbond-Meltblown-Spunbond.
Cosa significa esattamente? Dipende dalla capacità di traspirazione e di filtro del Tnt che abbia visto essere molto diverso a seconda della tecnologia utilizzata per produrlo. Il tessuto non tessuto per mascherine realizzato con tecnologia Spunbond, infatti, deve dare resistenza meccanica alla mascherina, oltre che avere proprietà idrofobe, che il tnt acquista solo previo trattamento apposito. E’ di solito quello messo all’esterno, verso gli altri. C’è poi uno strato intermedio, costituito da microfibre e realizzato con la tecnologia Meltblown, costituito da microfibre di diametro 1-3 micron. Il lato interno, che aderisce al volto, è sempre realizzato in tnt, ma con tecnologia Spunbond che ha lo scopo di bloccare il più possibile il passaggio di microbi, cioè batteri e virus.