CASTEL VOLTURNO. “Cchiù nera ra mezanotte, nun pò venì”. La saggezza popolare ha sempre dato un barlume di speranza agli uomini della storia, ma la visione ottimistica del presente crolla irreparabilmente se si visita, in fascia serale/notturna, la città di Castel Volturno.
Bisogna essere dotati di fari assai luminosi poiché la strada può nascondere insidie pericolosissime. Mettiamo caso che una sera decidiamo di mettere alle spalle le pressioni di una giornata stressante e saliamo in macchina con la voglia di rilassarci, di dedicarci ad un piacevole “giro” in auto post lavoro.
Ci ritroviamo, così, immersi nel buio del tratto che collega la rotonda posta appena all’ingresso di Pinetamare (angolo Federico’s) alla farmacia di Ischitella. Cerchiamo così conforto nel tentativo di giungere al Ponte di Lago Patria, ma il lato sinistro della carreggiata ci trasmette preoccupazione. Non ci capita di meglio se ci rechiamo in via Napoli con l’intenzione di imboccare l’asse mediano. Armati di coraggio, decidiamo di restare a Pinetamare, però non troviamo posto ed imbocchiamo i viali collegati a Viale degli Oleandri. La storia si riconferma ancora una volta. L’oscurità ha reso difficile anche andare a votare, con i plessi di Pinetamare e del Villaggio del Sole divenuti difficilmente raggiungibili, essendosi sommati due fattori: il buio e la forte pioggia di domenica 25 settembre. Insomma, sembra che il proverbio sia totalmente smentito a Castel Volturno.
“È vergognoso pensare come siano bastate poche piogge per far riaffiorare problemi irrisolti – afferma il presidente del comitato Città Domizia, Cesare Diana -. L’illuminazione pubblica è un optional mentre il sistema fognario è obsoleto e fonte di disagi. Non è un caso che anche le strade ne subiscano dirette ripercussioni, con una Domiziana non collaudata che diventa causa di incidenti anche mortali. Noi ci permettiamo il lusso di lasciarla al buio e deficitante di segnaletica orizzontale in numerosi punti. Se questo è l’autunno, non so Petrella che inverno/inferno ci farà vivere”.