Il governo del cancelliere Scholz, formato anche ministri di primo piano del partito dei Verdi, deve abbandonare almeno temporaneamente gli obiettivi ambientalisti con cui aveva conquistato parte dell’elettorato. Berlino si sta infatti riconvertendo al carbone, che stava gloriosamente abbandonando in vista del prossimo decennio “green”, in cui l’elettricità dovrebbe giungere da altre fonti al posto del classico combustibile fossile. Stanno riaprendo gli impianti, anche quelli che usano l’inquinantissimo carbone “bruno”, però mancano gli operai specializzati e bisogna accordarsi coi nuovi fornitori. Il bando al carbone russo costringe i tedeschi a prendere il carbone da luoghi molto lontani come l’Australia o la Colombia, con la conseguenza degli altissimi costi di trasporto che peseranno sulle bollette. Ma Berlino ha poca scelta, specialmenta ora che il “misterioso” sabotaggio al Nord Stream 2 ha messo fuori uso il gasdotto. Chissà di sarà la colpa dell’incidente… La risposta come sempre risiede nella domanda “cui prodest”.
Fonte: https://strumentipolitici.it/germania-dalle-promesse3-green-al-nero-delle-centrali-a-carbone/