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Dalle ceneri di Vera Crash (tra l’altro un gruppo molto interessante della scena indie rock italiana) nascono Abissi. E si va oltre, come recita il titolo dell’album. Oltre Vera Crash, oltre il cantato in inglese. E a dirla tutta, il cantato in italiano, sempre molto dream, fa molto la differenza. Già, perché lo stile un po’ strascicato, un po’ tra il sognante e catatonico del cantante è di per sé un ottimo coadiuvante nell’economia dei brani. Si anche oltre allo stile slack, da loser, a dirla tutta molto palloso, di molti gruppi indie/alt. Qui si parte subito in quarta con sgommata. Ascoltare la traccia di apertura (Bilocazioni, un dream post metal dai rtimi sostenuti che fa pensare a a tratti ai migliori Tame Impala) per credere. Non è da meno la traccia successiva, Demoni. Anche qui niente fronzoli. Battuta dritta uptempo, quasi un punk power pop con divagazioni psichedeliche molto “abissali”. Si abbassa un po’ il ritmo nei brani successivi, ma il voltaggio è sempre altissimo. Per non parlare delle tonnellate di riff massivi che ci gettano in faccia. Il mago di Ox, brano più dilatato rispetto agli altri per minutaggio, è una sintesi del verbo “abissi”. Rumore bianco, doom, metal, stoner, aperture psichedeliche. E chi più ne ha… Da non perdere
Silvia Caggianelli