Ripensare l’organizzazione della Pubblica Amministrazione e investire in un management efficace. Intervistato dal quotidiano “L’Identità”, Davide D’Arcangelo spiega perché il PNRR non salverà l’Italia.
Davide D’Arcangelo: PNRR, serve altro per salvare l’Italia
Innescare un circuito virtuoso aggiuntivo capace di far ripartire l’economia del Paese. Secondo Davide D’Arcangelo, intervistato dal quotidiano “L’Identità”, il PNRR “non basterà a salvare l’Italia. E non basterà neanche riuscire a spendere bene i fondi che arriveranno dall’Europa. L’efficienza della spesa, da sola, non servirà a salvare il Paese”. Entro i prossimi tre anni in Italia saranno disponibili nuove infrastrutture come scuole, palestre e porti che necessiteranno di una gestione efficace. Ne deriva quindi una conseguente spesa maggiore da parte degli enti pubblici. Circostanza che potrebbe pertanto creare un ulteriore stato di disorientamento nelle amministrazioni pubbliche, già sottoposte a stress. Come migliorare tale situazione? Bisognerebbe fare in modo che gli investimenti “generino effetti positivi sull’economia del Paese”. Oggi la difficoltà a spendere i fondi europei per l’innovazione è ormai evidente, con una somma quattro volte più grande, spiega Davide D’Arcangelo, “la Pubblica Amministrazione non avrà le capacità per mettere a terra tutti i bandi, non avrà la possibilità di seguire tutte le procedure previste, di occuparsi del project management e della programmazione”.
Davide D’Arcangelo, ripensare l’organizzazione della PA
Oggi al nostro Paese manca una reale capacità organizzativa, sia in termini tecnici sia di quantità. “È un po’ come un ristorante che di solito fa venti coperti e d’improvviso si ritrova a doverne fare cinquanta – spiega Davide D’Arcangelo – Deve organizzarsi, arruolare nuovo personale, immaginare una spesa diversa. Anche la PA deve organizzarsi”. Il PNRR è un’occasione importante che deve essere sfruttata al meglio: per tale ragione la Pubblica Amministrazione dovrebbe investire nelle soft skills e nelle competenze trasversali. “Per gestire le risorse del PNRR occorre un management. E così come hanno già fatto le aziende private che hanno arruolato gli innovation manager per diventare 4.0, così deve fare la PA”, ha precisato. Occorre quindi poter fare affidamento su figure consapevoli “del fatto che il mercato non è più improntato sulla sola dicotomia tra produttori e consumatori ma che si fonda sui prosumer” e che siano in grado di “attirare e utilizzare l’apporto delle imprese private”. La professione del public innovation manager, conclude Davide D’Arcangelo, diventa necessaria perché capace di accompagnare “l’ente locale o l’Amministrazione Pubblica nella transizione digitale ed energetica” con le “competenze adatte per ridisegnare i processi e le funzioni”.