Elisabetta Ferraresi – “Con il cappello di carta calato sugli occhi”
Elisabetta Ferraresi presenta un’emozionante opera ambientata in diversi momenti storici: si raccontano gli anni della fondazione della Repubblica Popolare Cinese e quelli della Grande rivoluzione culturale proletaria, per poi fare un salto in avanti verso gli anni Duemila. È una vicenda struggente e poetica, dedicata alle vittime di tutte le ideologie, in ogni tempo e in ogni luogo.
Casa Editrice: L’Erudita
Genere: Romanzo storico
Pagine: 145
Prezzo: 17,00 €
«“Sono stati i dubbi a farci evolvere, Hong. E saranno i dubbi a salvarci”.
“A salvarci da che cosa, Li ge?”. “Da chi ha soltanto certezze”»
“Con il cappello di carta calato sugli occhi” di Elisabetta Ferraresi è un romanzo storico in cui si ripercorrono gli anni difficili e turbolenti della Grande rivoluzione culturale proletaria, iniziata nel 1966; l’autrice alterna questo interessante racconto a una storia ambientata nei primi anni del Duemila, con protagonista una donna, Wang Liangmei, di cui si rivelerà l’importanza solo alla fine dell’opera.
La vicenda ha inizio il 1° ottobre 1949, a Pechino: Ma Jingying, una ragazzina di sedici anni, è giunta a casa dell’anziana levatrice Jin; sta per partorire un figlio concepito dopo una violenza. Quel bambino, che chiamerà Xiaohong, vede la luce lo stesso giorno della nascita della Repubblica Popolare Cinese, ad opera di Mao Zedong, il rivoluzionario di Shaoshan che verrà poi chiamato il Grande Timoniere; la madre di Xiaohong non può neanche lontanamente immaginare quanto questo evento storico segnerà profondamente il destino della sua creatura. Quattordici anni dopo entra nella vita di Xiaohong una figura straordinaria, Li Yongjie, flautista e insegnante di musica, che diventa un suo caro amico nonostante abbia il doppio dei suoi anni; l’uomo aiuta il giovane nello studio e lo introduce alla letteratura europea e alle elucubrazioni filosofiche dell’Occidente moderno. Il ragazzo, però, è preda di un’oscurità che non riuscirà a controllare a lungo, e alla fine cederà alle manipolatorie lusinghe dell’ideologia, rinunciando a quella libertà di pensiero critico che Li Yongjie gli aveva faticosamente insegnato ad esercitare.
Elisabetta Ferraresi ci offre il sentito racconto di un periodo fondamentale nella storia della Cina: ci mostra come la figura di Mao Zedong sia penetrata sempre più capillarmente nella vita di ogni uomo, e ci narra dei radicali cambiamenti che ne sono conseguiti. Assistiamo impotenti e angosciati alla cancellazione di ogni colore, di ogni manifestazione artistica e culturale, persino della vivacità della natura – «una marea monocroma sale silenziosa a soffocare gli slanci di originalità ed estro»; la censura opera tagli ovunque, sempre più ampi, e tutto viene livellato per rispondere ai rigidi canoni imposti dal Grande Timoniere. La propaganda è l’arma più pericolosa e Mao Zedong, ormai divenuto un semidio, sa come usarla, soprattutto a discapito dei più giovani che vengono indottrinati con facilità e piegati ai suoi scopi. A farne le spese sarà Xiaohong, e di riflesso anche la sua famiglia; Li Yongjie andrà incontro a un amaro destino in quanto artista e libero pensatore, mentre la Rivoluzione Culturale diventerà sempre più violenta e repressiva.
Sono raccontati tanto dolore e tanta ingiustizia ma anche tanto coraggio in quest’opera, dove si chiede di riflettere sui pericoli della propaganda ideologica, e sull’importanza quindi della cultura, del libero arbitrio e del pensiero critico.
SINOSSI DELL’OPERA. Cina, nel vortice della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria innescato da Mao Zedong, gli equilibri sociali vengono smantellati dalla nuova ideologia. Li Yongjie, professore al Conservatorio, è preoccupato per la distruzione del sapere messa in atto, mentre la sua amicizia col giovane Xiaohong rischia di incrinarsi per le idee politiche del ragazzo, attirato, come tanti altri della sua età, dal carisma del Grande Timoniere. Diviso fra gli anni della fondazione della Repubblica Popolare Cinese e gli anni Duemila, “Con il cappello di carta calato sugli occhi” ci mostra, senza filtri ma con delicatezza, gli sconvolgimenti che hanno modificato per sempre il volto più profondo del Paese orientale.
BIOGRAFIA DELL’AUTRICE. Elisabetta Ferraresi è nata nel 1984 a Roma, dove intraprende gli studi di sinologia e nel 2008 consegue la laurea specialistica in Lingue e Civiltà Orientali presso l’Università La Sapienza, discutendo una tesi sulla comparazione delle traduzioni in lingua cinese dell’opera pirandelliana “Sei personaggi in cerca d’autore”. Sempre in viaggio tra la Cina e l’Italia, tra il 2009 e il 2010 ricopre l’incarico di docente di lingua italiana presso l’Università Yanshan di Qinhuangdao. Nel 2014 ottiene la menzione di merito al Concorso Letterario Nazionale Penna d’Autore, nell’ambito del quale il componimento in versi “Verso l’infinito” viene inserito nell’antologia delle migliori opere in concorso per quell’anno. Nel 2015 cinque suoi titoli sono pubblicati nella silloge “Riflessi”, mentre nel 2017 le viene assegnata la targa di merito per la poesia nell’ambito del Premio Nazionale Olmo. Come autrice di narrativa esordisce nel 2013 con il romanzo “Autunno”. Con L’Erudita ha già pubblicato nel 2019 il romanzo storico “I veri uomini non piangono mai”, oltre a una serie di racconti inseriti in differenti antologie.
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