Baba Yaga, spesso chiamata Jaga, è un personaggio del folklore russo e dei paesi slavi. Una strega cattiva ma che sa essere generosa con chi si presenta a lei con il cuore puro e le buone intenzioni.
Descritta da molti studiosi di folklore russo e salvo, come un personaggio che ha precorso i temi del femminismo e che ha ispirato molti dei personaggi delle fiabe e racconti occidentali.
Il mito di questa donna ossuta, ricurva su sé stessa, con denti storti, che vive in una casa mobile che si sposta su zampe di gallina, ha ispirato anche libri e film di epoca moderna.
Anche il mito Hayao Miyazaki si è ispirato a Jaga per realizzare “La città incantata” l’unico anime che è riuscito a vincere, oltre all’Orso d’oro del festival internazionale del cinema di Berlino, anche il premio Oscar come miglior film d’animazione nel 2003.
Baba Jaga, come tutte le figure cattive delle fiabe, lupi e orchi, è una figura terrificante ma che a loro differenza, agisce anche come una guida, una fata madrina che però conserva un pizzico di malvagità.
Infatti, in alcuni racconti, Yaga compare sempre come una vecchia ricurva e denti storti, aiuta il personaggio principale della fiaba, sempre che questi siano puri di cuore e gentili. La cosa che più infastidisce e disturba Jaga, difatti sono le persone arroganti e che hanno un secondo scopo.
In altre storie, la vecchia strega appare come paladina della natura, difenditrice dei boschi e delle foreste.
Le origini del personaggio sono un po’ controverse e c’è qualche differenza tra la provenienza russa e slava. Per esempio, per alcuni studiosi, Baba Yaga proviene da una dea slava chiamata Iagaia Baba, una dea della morte che sedeva su un mortaio di ferro.
Un antico racconto riporta che il diavolo abbia fatto cuocere delle donne in un calderone e quando sia stata aggiunta Yaga, il calderone sia esploso. Questo dovrebbe testimoniare l’animo maligno della figura di Jaga, ma anche la forza di una donna ribelle.
Alcuni studiosi di folklore invece riportano anche aspetti positivi della vecchia strega, in alcuni racconti Yaga aiuta il personaggio di turno, basta che l’eroe della storia abbia la purezza nel cuore.
In russo antico, la parola baba, si riferisce a chi è capace di prevedere il futuro, chi faceva nascere bambini veniva chiamata baba. Oggi baba viene rivolto alle nonne, persone sagge, buone e severe allo stesso tempo.
Yaga invece sembra avere origini più misteriose, alcuni lo avvicinano alla parola malvagia e altri a serpente.
Baba Yaga ha lo stesso valore che l’uomo nero ha per noi occidentali, un promemoria per i bambini e bambine che non rispettano alcune regole: “non allontanarti che altrimenti arriva Baba Yaga e ti mangia”.
Molti libri e racconti espongono una Baba Yaga anziana, malvagia e cannibale, ma Jaga è sempre stata cattiva? Nel racconto di Marina Višneveckaja, pubblicato da Di Renzo Editore, Jaga appare giovane e innamorata di Kascej, un guerriero dello Steppe venuto a conquistare il Villaggio e destinato a grandi cose.
I due personaggi della storia dovranno affrontare delle dure prove e avventure incredibili per difendere il loro amore e il loro regno. Nemmeno l’aiuto di un dio potrà impedire loro di fare passi falsi, né li potrà salvare dal loro destino.
Quindi anche Jaga ha amato ed è stata amata prima di divenire la malvagia strega dai denti di ferro pronta a mangiare le persone cattive di cuore.