Sabina Moretti presenta il romanzo storico “Il tempo del tamburo”

Sabina Moretti – “Il tempo del tamburo”

 

Sabina Moretti presenta un’opera a metà strada tra il romanzo storico e il fantasy preistorico, in cui si racconta una storia di formazione che ha come protagonista una coraggiosa figura femminile, Hay, che diventa una sciamana e una guida per la sua tribù nel periodo a cavallo tra il mesolitico e il neolitico. Un’appassionante e vivida testimonianza sulle radici della donna nella Storia umana.

 

 

Genere: Narrativa storica

Pagine: 297

Prezzo: 12,48 €

 

«A quell’epoca l’umanità raccoglieva i frutti spontanei della natura, cacciava grandi prede e per costruire ciò di cui aveva bisogno utilizzava la pietra e il legno. Non c’erano città, paesi o palazzi, ma uomini e donne vivevano in piccole tribù disperse nei territori. La vita, semplice e pericolosa, scorreva lenta al ritmo dei tamburi. Era l’età della pietra di mezzo»

 

“Il tempo del tamburo” di Sabina Moretti unisce verità storica, finzione narrativa e approfondimenti socio-antropologici per raccontare il percorso di crescita, dall’infanzia all’età adulta, di una donna che riesce a cambiare gli equilibri all’interno della sua tribù e a favorire una rivoluzione sociale e comportamentale agli albori dell’era neolitica, combattendo l’immobilismo di chi restava attaccato a superstizioni e consuetudini ormai vetuste – «Non ti accorgi di come stanno cambiando le cose intorno a noi, tu vuoi che tutto resti sempre uguale, ma non è così. Non cambiano forse le stagioni o le stelle nel cielo?»

Hay, la protagonista di questa emozionante e brutale vicenda, è considerata dalla tribù dei Kefna uno spirito maligno, perché al contrario degli altri ha la pelle chiara, i capelli rossi e gli occhi di due colori: uno verde e l’altro blu. Per questo motivo decidono di sacrificarla allo Spirito Guida; poco prima della sua morte, però, uno sciamano della tribù degli Akbi, Gnu, decide di salvarla e di prenderla con sé: in una visione egli aveva infatti compreso l’importanza della bambina per il destino della sua gente. Il lettore segue quindi l’esperienza di Hay all’interno della sua nuova tribù, che vive alle pendici del monte Urartu – l’antico nome dell’Ararat; sarà un cammino pieno di ostacoli e di sofferenze, dove imparerà a contare su sé stessa e a diventare scaltra e implacabile. Gnu sarà sempre dalla sua parte, la inizierà ai misteri sciamanici e si legherà molto a lei, in una relazione padre-figlia inedita per lui, che deve famigliarizzare per la prima volta con il concetto di amore.

Sabina Moretti ha deciso di narrare la storia attraverso i punti di vista in prima persona di diversi personaggi, sia individuali che collettivi; tramite le loro riflessioni e le loro prospettive racconta le tradizioni delle varie tribù, i loro rituali, anche i più violenti, il loro legame con la natura e il modo in cui vedevano le donne e il loro ruolo sociale. Le figure femminili, in primis Hay, sono al centro di questo romanzo; l’intento dell’autrice è di evidenziare quanto siano state fondamentali le donne nella vita umana prima della nascita della narrazione storica patriarcale successiva al neolitico, che ancora oggi ci caratterizza. Hay stessa, crescendo, diventa un esempio per gli uomini e per le donne: sciamana, stratega e madre, nonostante le difficoltà si mantiene salda e resiliente, mentre rafforza i legami con le altre tribù, mentre combatte ingegnosamente i nemici, e mentre scalfisce ostinatamente a mani nude la dura pietra della vita.

 

SINOSSI DELL’OPERA. Il romanzo si snoda agli albori dell’era neolitica, quando l’essere umano ancora vive come cacciatore-raccoglitore, organizzato in piccole tribù. Sulla base di riscontri antropologici e archeologici, si narra la vicenda di una bambina, Hay, dello sciamano, Gnu, che la prende sotto la sua guida e della costruzione di due templi megalitici, ove diverse etnie si incontrano per decenni. È una storia al femminile, dove Hay rappresenta uno dei possibili eventi che la tradizione storica narrata o documentata ha voluto dimenticare, ma della quale, leggendo tra le righe della mitologia e della storia, si possono trovare tracce concrete. Un racconto di come le donne hanno, in un giorno remoto, partecipato alla rivoluzione neolitica e di come abbiano voluto ed ottenuto dire ciò che pensavano e fare ciò che volevano. In questa nuova realtà corale, si avviano trasformazioni sociali e emotive individuali importanti – come nominare il sentimento amore e riconoscerne le varie espressioni, o il concetto e la parola di padre – che porteranno alla rivoluzione neolitica.

 

BIOGRAFIA DELL’AUTRICE. Sabina Moretti (Roma, 1960) è una violinista di professione e dal 1983 è docente di violino presso i Conservatori italiani. Alla passione per la musica ha sempre accostato quella per la lettura, vagando tra saggistica, letteratura, noir e fantascienza. Ha pubblicato i romanzi “La famiglia Zulu” e “Il tempo del tamburo” e le raccolte di racconti “In crescendo… dal silenzio” e “I solitari”.

 

 

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