Alessandro Ferrari: il bene genera bene, Don Bosco avrebbe amato ApE social wear!
Quando Alessandro Ferrari, a inizio anni 2000, si avvicinò all’oratorio di Sesto San Giovanni per la prima volta, lo fece per caso.
Fu trascinato dalla voglia di giocare a pallavolo, ma non aveva alcuna intenzione di entrare in un mondo che aveva sempre guardato con scetticismo. Lì, però, conobbe la figura di San Giovanni Bosco.
Scoprì così un modo diverso di raccontare e interpretare il cristianesimo. Senza saperlo, Alessandro Ferrari stava dando origine ad Ape Social Wear.
Il progetto, nato qualche anno fa, ha ormai spiccato il volo facendo diventare Alessandro Ferrari il naturale profeta del messaggio del santo torinese. Sposato, con due figli, Alessandro è diventato un imprenditore che si propone, con la sua Ape Social Wear, di fare vestire bene. In tutti i modi con cui lo si possa intendere: nel senso dell’eleganza, ma anche in quello di una positività da indossare. Senza farne solo sfoggio morale, si intende.
Nei giorni in cui si celebra san Giovanni Bosco, il nostro pensiero non può che andare quindi a questo progetto assolutamente originale e sempre più amato, anche perché in effetti mette davvero in pratica gli insegnamenti del padre salesiano.
Chi è Don Bosco?
È molto più che una persona: è un vero stile di vita. Rappresenta per me la figura di un maestro, un padre, un amico (come cita una canzone a lui dedicata, ndr). L’ho scoperto entrando in oratorio: mi venne detto che per comprenderne fino in fondo lo spirito, avrei dovuto conoscere la sua figura. Da quel momento iniziai a cercare di avvicinarmi al suo stile, che subito mi catturò.
Come potremmo definire quello stile di vita?
Un modo di interpretare la vita con allegria, stando con i ragazzi, giocando con loro e trovando l’occasione di parlare di cose serie mentre si fa tutto questo.
Lo spirito salesiano è fatto anche di tantissima musica per comunicare. Che ruolo ha la musica per Ape Social Wear?
È molto importante in questo progetto: tante le canzoni che ci accompagnano quotidianamente e con cui collaboriamo. Penso a Gen Rosso, con L’Amore vince tutto; i The Sun con Un buon motivo per vivere. E ancora i Reale con Luce.
Queste sono le canzoni più rappresentative ma ne potrei citare molte altre: la loro musica è molto vicina ai giovani e trasmette sempre un messaggio positivo.
Sono ispiratori del nostro brand, come si evince dagli stessi titoli dei brani. Non posso dimenticare in questo senso anche Angelo Maugeri, autore di Posso ogni cosa e il Laboratorio del suono del Sermig, con L’amore resiste.
Come percepisci la presenza di Don Bosco nel percorso di Ape Social Wear?
Ogni volta che si sta in cortile, in oratorio coi ragazzi, la sua figura è subito palpabile. Nella quotidianità di Ape la vedo nella bellezza di incontrare persone che arrivano dal cammino salesiano e restano meravigliate dell’esistenza di una maglia con una sua frase. È favoloso vedere l’entusiasmo nel volere “indossare Don Bosco” attraverso un prodotto che diventa così un collante con lui.
Cosa cattura soprattutto di Don Bosco?
Credo sia la sua vicinanza a tutti. Don Bosco era vicino anche e soprattutto all’ultimo. E il suo messaggio non passa mai di moda! Abbiamo realizzato una maglia su cui c’è scritto: La carità non conosce diversità di razze, di distanze, di luoghi. Una frase così andrebbe ancora fatta ascoltare in tutti i telegiornali. Sarebbe bello avere sempre davanti un Don Bosco, qualcuno che ti accetta per quello che sei in quel momento preciso.
Quanto è attuale il messaggio di San Giovanni Bosco?
È incredibile come un messaggio lanciato due secoli fa, sia così attuale. Specie dopo il periodo del Covid.
I nostri oratori sono in crisi, hanno un’emergenza educativa. Messaggi come quello di Don Bosco sono attuali negli oratori come nelle scuole, nel lavoro per crescere onesti e buoni cittadini.
Anche nel lavoro?
Sì, in tutto quello che richiede una relazione con altri. Al lavoro si può respirare l’allegria salesiana anche attraverso una maglietta e con l’atteggiamento sorridente e disponibile verso il mondo.
Il più famoso allievo di Giovanni Bosco, San Domenico Savio, sottolineava l’importanza di sapersi distinguere con le proprie qualità, anche le più piccole destinate a diventare grandi. Sembra proprio la filosofia di Ape Social Wear.
Esatto. Lui esprimeva la sua meraviglia di fronte a un ragazzo che sapeva fischiare. Bisogna prendere quello che uno sa fare e partire da lì. I ragazzi che fanno parte di Ape Social Wear sanno che tutto si fonda sul concetto della restituzione: se sei forte in un campo, restituisci il tuo talento agli altri. Sono sicuro, a Don Bosco questo progetto sta piacendo molto!