Alessandro Benetton ha dedicato uno degli ultimi episodi della sua rubrica Youtube alla sindrome da burnout. Partendo dalla sua esperienza personale, l’imprenditore condivide un trucco semplice ed efficace per imparare a prevenire lo stress causato dal lavoro.
Alessandro Benetton: “Il primo passo è non cadere nella trappola del tutto è urgente”
Ritmi sempre più frenetici, carichi di lavoro eccessivi, repentini cambi di ruolo: negli ultimi anni i fattori che facilitano l’insorgenza della sindrome da esaurimento professionale, meglio nota come burnout, appaiono sempre più connaturati alle nuove modalità di lavoro. L’argomento è stato affrontato da Alessandro Benetton in uno degli ultimi appuntamenti della rubrica Youtube #UnCaffèConAlessandro. Riconosciuta dall’OMS, la sindrome da burnout è dunque legata all’ambito lavorativo e può aprire le porte a esaurimento emotivo e depressione. Esistono metodi per prevenirla? Per l’imprenditore il primo passo verso il burnout è cadere nella trappola dell’urgenza: “Oggi è sempre tutto urgente, soprattutto quando ci sono molte persone che lavorano allo stesso progetto – spiega – ognuno si impegna al 100% sul proprio lavoro e pensa che sia il più importante”. L’esempio portato da Alessandro Benetton è la ristrutturazione di Palazzo Ancillotto, a Treviso, dove sorgerà la nuova sede di 21Invest. Un progetto che tra architetti, restauratori e manager oggi impegna circa 50 persone: “Tutti, in un modo o nell’altro, fanno riferimento a me. Se tutto fosse urgente, impazzirei. È importante stabilire delle priorità e per questo c’è un trucco che mi aiuta sempre, la Matrice di Eisenhower”.
Alessandro Benetton: la Matrice di Eisenhower applicata alla restaurazione della nuova sede di 21Invest
Ispirata alle tecniche organizzative del 34º Presidente degli Stati Uniti, la Matrice si basa su due assi: quello orizzontale, che indica il livello di urgenza, mentre quello verticale l’importanza. Ogni attività può essere collocata nei quattro quadranti, spiega Alessandro Benetton: “Il primo riguarda le attività che dobbiamo svolgere immediatamente e personalmente. Nel caso di Palazzo Ancilotto corrispondono alle decisioni strategiche, come la scelta stessa di acquistare l’edificio o lo studio di architettura a cui affidare il progetto”. Le attività importanti ma non urgenti possono essere posizionate nel secondo quadrante: “In questo caso la chiave è la pianificazione. Il punto non è risolvere subito i problemi, ma agire per evitare di trovarli successivamente nel primo quadrante”. Nel terzo quadrante le attività urgenti ma non importanti, ossia quelle da delegare: “Non significa lavarsene le mani – avverte Alessandro Benetton – ma affidarsi a qualcuno che sia più esperto di voi in materia, che può prendere le vostre idee e concretizzarle nel modo migliore”. Il quarto e ultimo blocco riguarda le attività che non sono né urgenti né importanti e che quindi semplicemente non vanno fatte: “Il successo si costruisce tanto con i no quanto con i sì. Dobbiamo imparare a evitare le attività superflue, quelle che ci prendono tanto tempo senza portarci da nessuna parte”.