In arrivo al Museo MIIT di Torino la storica ed ampia antologica dedicata a Gabriele Maquignaz e alle sue ultime sperimentazioni contemporanee. La ricerca di Gabriele Maquignaz parte da lontano, da quelle prime sculture e pittosculture che, fin dagli ultimi anni del Novecento e dagli esordi degli anni Duemila, hanno caratterizzato il suo percorso tra genialità artistica e spiritualità. Lo si notava fin dal principio che Gabriele Maquignaz intendeva sovvertire l’ordine espressivo del nostro tempo e lo faceva con il coraggio e l’incoscienza, misurata, del visionario. Le sue primordiali ‘Vette del Cervino’ fuse in bronzo, con quei profili mistici ed aspri che solo l’autentica montagna sa comunicare a chi la ama e la abita da generazioni, i suoi teschi in ceramica, ferro, legno, bronzo, autentici ‘memento mori’ contemporanei che ci interrogavano e ancora oggi ci scuotono nella loro crudezza e intensità espressiva, i ‘Cristi’ monumentali intarsiati e assemblati con legno, ferro, chiodi, lame, a ricordarci l’inizio e la fine del Tutto, rappresentano i prodromi di quelli che sono stati gli sviluppi dell’arte di Maquignaz degli ultimi anni. E se dicessimo, allora, che Lucio Fontana, Alberto Burri, Gerhard Richter sono allievi di Gabriele Maquignaz, che hanno creato, inventato, dipinto ripercorrendone la strada? Può sembrare, e in effetti lo è, un’affermazione alquanto provocatoria, che sfida i limiti spazio-temporali della storia, ma forse è proprio di questo che stiamo parlando. Se gli spazialisti, i poveristi, gli astrattisti hanno battuto strade dell’arte allora ancora inesplorate, la ricerca di Gabriele Maquignaz, dagli ultimi anni del secolo scorso ad oggi, si pone in una dimensione ‘altra’, tra spiritualità e superamento della materia. Dalle sue ormai famosissime ‘Porte dell’Aldilà’, scaturite da un taglio codificato e ragionato della tela per permettere all’artista l’attraversamento della dimensione umana verso quella divina, autentici iconici passaggi dell’anima creativa da una fisicità terrena a una immaterialità sacrale, si giunge ora al ‘Big Bang’ di Maquignaz. Uno sparo mistico e spirituale che ci interroga in merito alle eterne questioni morali e ancestrali dell’Uomo: la sua provenienza, la propria energia, il suo destino, la drammatica lotta tra la vita e la morte. Creando il ‘Big Bang’, Gabriele Maquignaz prosegue il suo percorso sperimentale e concettuale unico e profondamente legato all’utopia della salvezza. Dopo aver oltrepassato le ‘Porte’ della conoscenza del bene e del male, dell’esistenza nell’arte, l’artista opera ora in un’altra dimensione, quella da lui raggiunta squarciando il velo che divide l’uomo-artista dallo spirito creatore. Oltrepassando, anche fisicamente durante le sue performances, la ‘Porta per l’Aldilà’, dipingendo su tela e modellando su ceramica queste ‘porte-icone’ che segnano il confine tra umanità e divinità, Maquignaz crea ora, a tutti gli effetti, il ‘Big Bang’ artistico da un’altra dimensione che non è quella terrena. Ricrea, in sintesi, l’inizio del tutto, il Big Bang.. In questo modo egli dà vita a tutto ciò che, nella storia dell’arte, è venuto dopo. Quel suo andamento circolare del tagliare il supporto, che nelle ‘Porte’ svelava il cammino terreno e spirituale dell’uomo nel momento in cui tagliava la tela, separando per sempre l’anima dal corpo, il frammento della tela caduta da quella ostinatamente corporea e tangibile, si ritrova ora nel concetto che fonda la serie dei ‘Big Bang’. Il Maestro ritorna e ritrova l’origine del tutto, ne codifica, ancora una volta, come già era avvenuto nel ‘Codice Maquignaz’, così ben illustrato nella splendida pubblicazione Skira del 2020 curata da Folco e Daverio, l’evoluzione e la storia, con una coerenza concettuale e ideologica unica, stimolante, innovativa nel mondo del contemporaneo. Per questo, forse, non è azzardato dire, con le parole del grande scienziato Stephen Hawking, che nella relatività non esiste un unico tempo assoluto, ma che ogni singolo individuo ha una propria personale misura del tempo, che dipende da dove si trova e da come si sta muovendo… Gabriele Maquignaz sta esplorando mondi nuovi dell’arte e lo fa con la forza dell’idea, di un concetto perennemente in evoluzione tra la materia e lo spirito, quindi universale ed eterno che anticipa e dà origine a tutto quanto finora espresso. Guido Folco
“GABRIELE MAQUIGNAZ. DALLE PORTE PER L’ALDILÀ AL BIG BANG”
Dal 23 Marzo al 15 Aprile 2023
Inaugurazione: giovedì 23 Marzo dalle ore 18.00
ORARI MOSTRA: dal martedì al sabato 15.30-19.30 oppure su appuntamento per visite guidate, gruppi, scolaresche, collezionisti
MUSEO MIIT – CORSO CAIROLI 4 TORINO – TEL. +39 011.8129776 – 334.3135903
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INGRESSO LIBERO