Cristiano Longoni – “Scrivi di noi (del dubbio, del culo e del desiderio)”
Lo psicologo e psicoterapeuta Cristiano Longoni presenta un romanzo che invita alla riflessione interiore e al confronto con ciò che c’è al di fuori di noi. È nell’incontro con l’altro da sé, infatti, che si trova la spinta all’evoluzione personale; è nella dimensione della relazione che si comprende davvero quale sia la nostra natura più autentica, il proprio dáim?n, che spesso soffochiamo per non turbare i nostri statici e deleteri equilibri.
Casa Editrice: bookabook
Genere: Romanzo di formazione
Pagine: 255
Prezzo: 16,00 €
«Forma e funzione, persona e ruolo, ratio e sentimento, fare ed essere, sono le porte della nostra sofferenza, del disagio che quotidianamente culliamo a discapito dell’essenza che ci abita, che ci permettere di vivere. La molteplicità di anime, espressioni, personalità e immagini che costituiscono quel politeismo del sé, di sé, tanto simile a una straordinaria orchestra bisognosa di ogni strumento, ma che si vede costretta, sempre, a poter esprimere una sola voce, un solo suono. Sempre uguale, sempre solito, sempre conosciuto»
“Scrivi di noi (del dubbio, del culo e del desiderio)” di Cristiano Longoni è un’opera complessa: non nello stile di scrittura, che risulta essere scorrevole e intrattenente, ma nel modo in cui ci si approccia alle tematiche dell’amore e della ricerca di sé, arricchendo il testo di digressioni colte e di riflessioni intime. L’autore è diretto e crudo nelle sue esternazioni, e dimostra una grande abilità nel gestire la narrazione: ogni parola è ragionata, ogni citazione a filosofi, psicologi e scrittori è pertinente e mai fuori luogo, anzi, contribuisce a far comprendere il suo originale, o meglio inusuale, punto di vista sulla vita e sulle relazioni. Il lettore è sedotto senza possibilità di distogliere l’attenzione: l’autore ci spinge a una lettura immersiva in cui non si è mai appagati e si vuole sempre di più, desiderando ardentemente arrivare al termine del viaggio, a quella “Fine” così importante per Cristiano Longoni, che cela in sé la comprensione del proprio io attraverso l’esperienza con l’altro – «Inizia a leggere senza cercarne il senso, vagando tra una frase e un’altra per scoprire alla fine ciò che forse avevi già capito. E la Fine allora sarà solo la conferma. Buon viaggio».
L’autore presenta la storia di Al, che in una prima persona brutalmente onesta si racconta e si analizza attraverso le storie d’amore con le sei donne che sono state più importanti per lui, oltre alla prima, sua madre: sei archetipi femminili con cui ha confrontato, confermato o messo in crisi la sua identità e le sue credenze. L’amore in questo romanzo non è inteso solo banalmente come il sentimento che unisce due persone che decidono di percorrere un tratto di strada insieme ma come un potente mezzo per arrivare alla coscienza di sé e del proprio personale, differente e unico posto nel mondo. Al si mette sempre in discussione, perché «hai vissuto ogni volta che ti sei stupito di te stesso. Hai perso tempo tutte le volte che rafforzavi le tue certezze», e crea un dialogo continuo e attivo con il lettore, che non può non ripensare anche al suo cammino esistenziale, alle sue scelte e alle sue mancanze. È un intenso viaggio nell’interiorità di Al, che si riflette all’esterno e viceversa, gestito con un flusso di coscienza che a volte erutta come un vulcano, mentre in altri momenti veicola una pacata consapevolezza; è un percorso di cambiamento vissuto passo dopo passo, caduta dopo caduta, mentre il protagonista rompe una dopo l’altra tutte quelle catene autoimposte o imposte dalla società, per essere finalmente libero.
SINOSSI DELL’OPERA. È un percorso a ritroso, quello di Al. Un revival della sua costante ricerca della perfezione, del completamento del singolo essere mediante l’altro da sé. Un affannoso viaggio picaresco tra amori solo accennati e altri più profondi, durante i quali il sentimento stesso è destinato a un addio ancor prima di svilupparsi. Perché l’amore, in fondo, non è il mero riempimento della solitudine, bensì è il mezzo per scoprire l’inedito dentro di sé, per fondere il maschile con il femminile in un unicum e, così, poter attuare il cambiamento capace di rendere l’essere altro da sé, di portarlo altrove per mostrargli orizzonti che fino a quel momento erano celati dal velo dell’Io.
BIOGRAFIA DELL’AUTORE. Cristiano Longoni (Milano, 1973) vive e lavora principalmente a Novara. Psicologo, psicoterapeuta e psicologo dello sport, ha ideato il Paradigma Inusuale, una metodologia di pensiero applicata in ambito clinico, sanitario e sportivo. Inoltre, è stato uno dei primi a occuparsi di Psicologia delle cure palliative e a essere riconosciuto come psicologo dello sport da squadre di calcio e volley di Serie A. È cofondatore del Centro Studi Temenos, dove lavora come libero professionista. È autore de “Il Patibolo del Buonsenso” (1998).
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