Credit Group Italia: come muoversi nel caso di un assegno protestato

Un assegno scoperto può essere protestato dal creditore, che ha tentato senza successo di incassarlo, al fine di recuperare l’importo che gli spetta. L’operazione di protesto segue un iter sanzionatorio nei confronti del debitore insolvente.

Milano, marzo 2023 – Chi emette un assegno a vuoto rischia sanzioni variabili tra i 516 e i 6.197 euro, l’iscrizione alla CAI (Centrale di Allarme Interbancaria), l’attivazione di una procedura di protesto e infine di pignoramento dei beni nella misura atta a soddisfare il creditore. Credit Group Italia, società di riferimento per Gestione e Recupero del Credito, Business Information e Tutela Legale, è pronta a fornire supporto in caso di assegni protestati. Chi ha ricevuto un assegno scoperto, infatti, ha 8 giorni di tempo dalla data di emissione per chiederne il protesto, 15 in caso si tratti di un assegno fuori piazza

Chi ha emesso l’assegno scoperto può interrompere e annullare la procedura di protesto affrettandosi a pagare quanto dovuto entro lo stesso margine di tempo. In caso contrario, il debitore può ancora provvedere entro 60 giorni a un pagamento tardivo, che prevede una penale del 10% sull’importo facciale dell’assegno e il pagamento di interessi e spese annesse. Si tratta comunque di un’opzione preferibile rispetto ad attendere l’atto di precetto, ovvero il passo successivo che potrà compiere il creditore non ancora soddisfatto. 

Ricevuta notifica del precetto, la parte debitrice ha una nuova scadenza entro la quale adempiere l’obbligazione prima di incorrere in procedure più onerose. Per avviare il precetto il creditore dispone di 6 mesi di tempo dal mancato pagamento del titolo. Superati i 6 mesi può ancora rivolgersi al Tribunale per depositare un decreto ingiuntivo. Sia il precetto che il decreto ingiuntivo interrompono i termini di prescrizione del debito. 

Al debitore che decidesse infine di saldare quanto dovuto è data la possibilità di riabilitare la propria posizione creditizia. Allo scopo chiederà una quietanza liberatoria al creditore che attesti il pagamento del debito, delle penali e delle spese di protesto. La cancellazione del protesto e il decreto di riabilitazione emesso dal Tribunale di competenza fanno parte di una procedura le cui spese sono da considerarsi interamente a carico di chi ha emesso l’assegno protestato.