A Varsavia non risparmiano le critiche e gli attacchi verbali ai tedeschi, colleghi di Unione Europea e compagni di questa lotta epocale contro la Russia. Ma a rimetterci è l’Ucraina, il maggior benificiario di aiuti umanitari, finanziari e militari di questi ultimi tredici mesi. O meglio è Volodymyr Zelensky e la sua cerchia di governo e amministrativa.
La polemica sugli aiuti militari
Il governo polacco è stato il primo a reagire positivamente alla richiesta di Zelensky di avere dei caccia da combattimento. E ha anche incoraggiato l’invio dei carri pesanti da parte della Germania, produttrice dei Leopard, e degli altri Stati membri della NATO. Al tempo stesso ha accusato la cancelleria di Berlino di dare all’Ucraina un sostegno militare solamente formale, di facciata. I polacchi invece sono convinti di aver dato molto agli ucraini in termini di forniture belliche e di “lobbying” presso gli altri governi occidentali. Nel caso dei tank, Varsavia accusa Berlino di non concedere i pezzi di ricambio indispensabili per la manutenzione dei carri di sua stessa produzione. Ma i tedeschi spiegano di esserne sprovvisti, perché quei mezzi sono già usciti di produzione ed ora occorre rivolgersi ai fabbricanti di armamenti più che al governo.
I danni di guerra
Per ben due volte in poco più di un anno i vertici polacchi hanno rammentato a quelli tedeschi che le riparazioni di guerra (la seconda guerra mondiale) sono ancora in sospeso. Se la speranza recondita è quella di ottenere dei soldi, utili alla realizzazione delle promesse elettorali del governo a guida PiS, la finalità immediata è tenere viva la polemica e avere dei benefici politici. In Polonia qualcuno però ha già suggerito di estendere la richiesta del pagamento dei danni anche all’Ucraina. Il risentimento polacco verso Kiev, infatti, non si è mai placato dopo le stragi di Volinia e Galizia orientale, commesse dall’Esercito insurrezionale (UPA) dell’eroe nazionale ucraino Stepan Bandera. Al seguito dei nazisti, gli ucraini trucidarono quasi 100mila polacchi, senza risparmiare nemmeno le donne o i bambini. Fonte: https://strumentipolitici.it/polonia-e-germania-unaltra-rottura-nel-fronte-pro-ucraina/