Per restare al passo con l’evoluzione portata dal fintech, Banca Generali apre alle nuove generazioni di private banker. Una sfida complessa: a spiegarlo il Responsabile Area Consulenti Finanziari Stefano Lenti.
Banca Generali, fintech e consulenti under 35 al servizio della protezione patrimoniale
La rapida trasformazione del settore finanziario, l’evoluzione dei servizi fintech e l’attenzione agli investimenti sostenibili richiedono professionisti sempre più preparati. Una sfida complessa, con gli istituti che oggi fanno fatica a trovare giovani per dare il via al ricambio generazionale della professione. Lo sa bene Banca Generali, che proprio nelle scorse settimane ha lanciato il progetto “New Generation” con l’obiettivo di accogliere nella rete di private banker e wealth advisor una nuova squadra di professionisti di età inferiore ai 35 anni. Profili in grado di restare al passo con le nuove soluzioni fintech e intercettare le esigenze dei clienti private del futuro. Il bacino da cui intende pescare il mondo delle banche tradizionali e dei private banker, da sempre strategico per il settore. A spiegarlo è il Responsabile Area Consulenti Finanziari di Banca Generali Stefano Lenti: “Le reti hanno consulenti con portafogli sempre più grandi, e professionalità elevatissime, ma fanno fatica a gestire il prossimo ricambio generazionale e l’unico modo per farlo con persone già professionalizzate è attingere dal sistema bancario tradizionale”. Nonostante la frenata registrata lo scorso anno, il trend è destinato a continuare: “Tutto ciò è collegato non solo all’opportunità di crescere in termini di masse per le aziende con “iniezioni” di nuovi professionisti, ma anche alla possibilità di ringiovanire un settore, quello della consulenza finanziaria, che ha un solo grande problema: l’età media in continua crescita”.
Banca Generali: perché sempre più professionisti scelgono il network
Negli ultimi anni sempre più professionisti hanno scelto di entrare a far parte del settore della consulenza piuttosto che rimanere ancorati al concetto di banker tradizionale, continua Stefano Lenti. E se in passato il fenomeno era legato alle maggiori opportunità economiche, oggi le motivazioni appaiono molteplici. La prima, secondo il manager di Banca Generali, è da imputare alle eccessive “pressioni commerciali” da parte delle banche. Con l’avvento del fintech si è infatti registrato un forte aumento delle soluzioni, nonché crescente capacità di personalizzazione. Ciò ha comportato da parte degli istituti una spinta sempre maggiore a collocare i prodotti offerti: “Ciò non è più sostenibile per molti dipendenti. La seconda motivazione, spero più importante, è proprio la voglia di una crescita professionale, basata su piani formativi specifici, su livelli di servizio migliori e una libertà di azione che solo le aziende basate su un modello di business che ha come perno centrale il consulente finanziario sono in grado di dare”. Nel 2022, grazie alle diverse iniziative messe in campo e alla linea seguita dal Piano Strategico, Banca Generali ha registrato un deciso incremento degli under 35 (+22%) provenienti dal mondo bancario e dai servizi finanziari, con una percentuale che oggi si attesta al 5%: “Direi che la crisi del settore bancario tradizionale e la crescita inarrestabile che le reti hanno messo a segno negli ultimi 15 anni dimostrano l’oggettività di questa analisi e il gap non può che continuare ad aumentare”, conclude Stefano Lentini.