Lavoro, di robusti dati degli Stati Uniti rendono difficile il compito della Fed

La scorsa settimana si è chiusa con uno dei dati più attesi dal fronte americano, quello relativo al mercato del lavoro. La solidità dei Non Farm Payrolls se da un lato conforta sui pericoli di recessione americana, dall’altro mette in difficoltà la Federal Reserve.

I dati sul lavoro

ti-consiglio-un-lavoroIl rapporto del dipartimento del Lavoro americano ha annunciato a Washington che l’occupazione non agricola è cresciuta molto più del previsto, che il tasso di disoccupazione è sceso al 3,4% e che la crescita dei salari rimane elevata, soprattutto perché le aziende lamentano da tempo una carenza di manodopera, e questo esercita pressione dal lato retributivo.

Proprio la crescita dei salari potrebbe continuare ad alimentare la corsa dell’inflazione, rendendo difficile la lotta che la Federal Reserve, così come le altre banche centrali, sta portando avanti da tempo.

La posizione della Fed

Da oltre un anno l’istituto centrale americano sta combattendo l’inflazione con gli aumenti dei tassi di interesse. Complessivamente durante questo ciclo di strette monetarie ha alzato il costo del denaro di cinque punti percentuali. Anche se l’inflazione è diminuita, lo sta facendo troppo lentamente con il rischio che si radichi in maniera permanente nell’economia.

Di fronte a questo scenario la Federal Reserve, che aveva segnalato una possibile pausa nel ciclo di strette monetarie, bisogna vedere effettivamente se potrà farlo nella seconda parte dell’anno. Secondo gli analisti XTB broker, molto dipenderà proprio dal mercato del lavoro, che attualmente è ancora teso e sorprendentemente resiliente.

Lo scenario

Finché non ci saranno chiari segnali di rallentamento economico, ossia un concreto rischio di recessione, è possibile che la Federal Reserve eviterà di dichiarare apertamente la fine del ciclo di rialzo dei tassi, o addirittura offrire la prospettiva di un taglio.
Proprio per questo motivo subito dopo i dati macro sul lavoro il Dollaro statunitense ha avuto un sussulto verso l’alto. Il Dollar Index è risalito verso 102, mentre il cambio euro-dollaro è rimasto attorno quota 1,10 come si può vedere sulla piattaforma Pocket Option Italia.
Intanto c’è attesa per i dati della Fed sui depositi bancari, dato sensibile dopo le crisi delle banche regionali di questi giorni.