A Bruxelles cercano il modo di fermare il petrolio russo, che arriva nonostante le sanzioni

I primi dieci pacchetti di sanzioni hanno fatto più male che bene all’economia europea. Non solo non hanno particolarmente danneggiato il potenziale economico russo, ma hanno ribaltato il costo finale sui consumatori europei. Ma la Commissione non demorde. Vuole procedere su questa strada, senza sentire il parere dei cittadini, convinta di poter coinvolgere attivamente i governi di tutti gli Stati membri.

Sanzioni-gruviera

In realtà, sono gli stessi governi che permettono che le sanzioni siano aggirate o penetrate, pur di ottenere le risorse energetiche russe, petrolio in primis. Gli elenchi di articoli sotto sanzione sono stati più volte emendati e accorciati pur di accontentare questa o quella lobby (i diamanti del Belgio sono l’esempio più eclatante). Di fatto i governi chiudono un occhio o comunque non usano sufficiente rigore nell’impedire che il petrolio russo, embargato e sanzionato da UE e G7, affluisca sui mercati europei.

Le petroliere fantasma

La cosiddetta “flotta fantasma” dei tanker che trasportano il petrolio russo è l’incubo degli euroburocrati. Queste navi issano bandiera di Paesi terzi o addirittura di Stati membri come la Grecia, e tramite una serie di “accorgimenti” riescono a portare il greggio russo fino ai porti della UE. Adesso tocca inasprire i controlli e inventarsi nuove misure per fermare i bastimenti. A Bruxelles discutono e discutono ma verso l’esterno vogliono mostrare compattezza e unità. Se e quando approveranno l’undicesimo pacchetto, allora vedremo se verranno fatti passi avanti oppure no. Fonte: https://strumentipolitici.it/le-sanzioni-anti-russe-della-ue-aggirate-perforate-inapplicate/