Presentato in anteprima nella sede del Club Tenco a Sanremo
Il secondo disco della cantautrice e producer bolognese si ispira alla storia di un amore perduto.
Helle si fa narratrice, attraverso un folk essenziale ed un linguaggio diretto, del ritorno all’istinto e alla libertà primordiale; una storia in cui amore, natura e debolezze umane si incontrano e si separano. Una decisa virata sonora e stilistica rispetto al pluripremiato disco d’esordio “Disonore”, ma capace di coniugare nuovamente in maniera moderna e urban il songwriting, senza tralasciare del tutto la vena poetica di “Carovane”, la raccolta di poesie appena pubblicata dalla stessa cantautrice.
La vaga ispirazione letteraria di questo concept album è la tragica vicenda di Ofelia, raccontata nell’Amleto di Shakespeare. Le canzoni raccontano la storia di una ragazza che decide di gettarsi in un fiume dopo una delusione amorosa. Mentre affoga, l’acqua che scorre rievoca il suo passato, cullandola e trasportandola nei ricordi che l’hanno spinta a compiere quella decisione. Nella conclusione, l’ascoltatore non saprà se la donna sia passata oltre, se si sia salvata o se abbia del tutto perso il senno, ma vi stiamo già svelando il finale: lei ha trovato la pace!
Il tema dell’infanzia, dell’amore come ridicolezza e innocenza bambina, capace di appropriarsi solo di chi lo vive veramente, è il protagonista della copertina dell’album. Questo concetto, ovvero il ritorno all’istinto, alla libertà primordiale dell’uomo (e dunque una visione dionisiaca) si lega alla scelta del genere musicale scelto per la raccolta, ovvero un folk estremamente spoglio, essenziale. Il linguaggio è quasi sempre diretto e conciso, semplice. Con il rivelarsi del finale, l’aspetto dionisiaco va indubbiamente a farsi più evidente. Il tema della libertà viene affrontato su tre diversi fronti: la droga, l’amore e la natura.
La raccolta si può dividere in due parti: la prima e successiva alla canzone introduttiva, racconta il passato della narratrice su uno sfondo prettamente urbano, mentre la seconda parte si concentra sulle considerazioni riguardo il senso della vita e del proprio io, e vi è un’immersione nella natura. Con l’apertura “Nessuno mi ha vista pt. 1”, la ragazza si tuffa nel fiume. “Cani Liberi”, il secondo brano, segna l’inizio dei ricordi interrotti solo alla fine dalla voce narrante della protagonista, che ricorda a se stessa, e al fiume, dove ha incontrato l’amore. “Baby!” introduce la personalità di quell’uomo, un uomo con dei problemi di dipendenza, solitario, indomabile. Con “Orme” ecco le strade immorali e pericolose imboccate con lui per il solo sfizio di sentirsi liberi, una libertà che la narratrice non sente interamente propria, giusta, o vera. Nella conclusione di questo brano incontriamo la descrizione del popolo della droga, un popolo giovane e schiavo di una guerra tragica e silente. A proposito di questo, nella canzone “Simone”, la ragazza cercherà di parlargli un’ultima volta, ma inutilmente. “Visto e passa” è la prima delle canzoni riflessive. Combattuta col dolore della perdita, la narratrice è pronta a fare i conti con la sua natura romantica. “Lisù” affronta un’ultima volta il senso della mancanza, dell’amore vero come fede in un’inutile attesa. Una volta raggiunto il fondo, il vicolo cieco, insomma, la ragazza portata dall’acqua si sente improvvisamente avvolgere nuovamente dalla stretta della “Gioia”, parola che si fa titolo della canzone stessa successiva. Questa gioia non è, però, data dall’amore, o dal successo, o dallo sciocco bisogno di farsi giusti cavalieri della propria esistenza: come vediamo approfondito nella canzone che seguirà, “Natura”, sarà l’esistenza stessa, ovvero affondare i piedi nel fango della Madre Terra, a farsi Dio della protagonista. Qui prenderà coscienza della sua natura romantica, e dunque accetterà la decadenza di quel suo credo, e – conseguentemente – di ogni credo possibile. Ofelia è citata indirettamente nella canzone “Visto e passa”, o in “Gioia”, quando viene menzionata la ghirlanda. L’ultimo brano, “Nessuno mi ha vista pt. 2”, descrive la beffa della narratrice: «Nessuno mi ha vista passare!», dice, ridendo di se stessa e del mondo.
Lisa Brunetti, in arte Helle, nasce a Bologna nel giugno 1994. Comincia a scrivere poesie ad 11 anni, a suonare la chitarra dall’adolescenza. Ha lavorato per quattro anni in Fonoprint, dove ha avuto l’opportunità di conoscere e collaborare con Bruno Mariani. Negli stessi anni ha suonato con Ricky Portera. Nel 2016 partecipa ad Area Sanremo arrivando fra i 70 finalisti del concorso. Dopo la pubblicazione di vari singoli in inglese e in italiano, arriva per Helle il momento di intraprendere una nuova fase della sua carriera artistica. Il 19 maggio 2020 esce in radio il singolo “Tra le strade della mia città”, il 27 novembre 2020 arriva il nuovo singolo “Al Pacino”, entrambi prodotti, suonati e arrangiati dalla stessa Helle.
Seguono questa uscita i brani “Carovane” e “Rispetto”. Il 25 giugno 2021 pubblica l’album “Disonore”, disco electro pop che caratterizza il nuovo corso artistico e professionale di Helle, cantautrice e producer bolognese, che a poche settimane dall’uscita (giugno 2021) ha vinto il PREMIO SPECIALE assegnato dal MEI «Per aver affrontato con sonorità spiccatamente elettro-indie e liriche dal forte peso sociale, il tema della Libertà attraverso l’analisi delle sfumature dell’animo umano, soprattutto quello femminile».
Successivamente pubblica “2, 107”, brano con il quale vince il PREMIO LUNEZIA NUOVE PROPOSTE NEW MOOD «Per aver offerto nel brano 2, 107 una visione delicata e cruda con tappeti sonori moderni e sperimentali sulla morale delle donne».
Proprio di recente poi ha vinto il PREMIO DELLA CRITICA all’interno della rassegna del Premio InediTo 2022 per la sezione “Testo canzone” ed è stata finalista del Premio Bindi 2022. “Tu mi volevi bene”, “Chimere” e “Tom” sono gli ultimi singoli estratti dal disco d’esordio.
Il 13 gennaio 2023, dà alle stampe in versione cartacea ed ebook, il libro di poesie “Carovane” (ZONA Contemporanea), in contemporanea con l’uscita del singolo “Oggi è già ieri, il domani è eterno” realizzato e prodotto dalla stessa autrice. Le poesie di Helle – fuori dal disincanto, ma mai con distacco – poggiano sulla forza della parola e su immagini che si prestano alla metafora e all’allegoria, rivelando una scrittura consapevole, complessa come la realtà che descrive.
A febbraio è partito da Bologna il Carovane Tour che la vede impegnata in numerose date: una doppia esperienza live che porta nelle librerie e nei club uno spettacolo intimo e al contempo intenso ed energico, in cui vengono presentate le canzoni di Helle e le poesie di “Carovane” attraverso un file rouge che le lega.
Etichetta: Volume!
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l’altoparlante – comunicazione musicale