Si è chiusa con il segno rosso la giornata delle borse europee, seguite poi anche dai listini di Wall Street. Ad innescare le vendite sui mercati azionari è il clima di incertezza riguardo all’esito della trattativa per l’aumento del tetto del debito negli USA.
L’incontro di lunedì tra il presidente Biden e il presidente della Camera Kevin McCarthy è stato produttivo ma non è riuscito a produrre un accordo. Evitare il default è sempre più una lotta contro il tempo.
Non hanno migliorato l’umore i dati macro su manifattura e servizi, con la prima che delude su entrambe le sponde dell’Atlantico.
Sui listini soprattutto vendite
A Piazza Affari l’indice FTSe Mib ha archiviato la seduta con una perdita dello 0,5% a 27.174 punti base. Male anche il FTSE Italia All-Share, che chiude sotto la parità a 29.286 punti.
Tra gli indici di Eurolandia ci sono solo segni negativi. Il DAX di Francoforte cala dello 0,44%, Londra perde lo 0,1%; Parigi invece è la maglia nera, con -1,33%. La piazza francese soffre inoltre il calo di Vivendi, -3,26%, affossata dalla notizia che l’azionista di controllo Vincent Bolloré ha venduto azioni del gruppo.
Il bilancio di Piazza Affari
A Milano avanzano i titoli del settore oil, che beneficiano dello slancio del petrolio. Saipem cresce del 3,59%, Tenaris avanza dell’1,44%, Eni +0,71%.
Maluccio le banche, con l’eccezione di Banca MPS, +3,15% (si possono negoziare anche le opzioni vanilla (cosa sono)).
A Milano escono male anche le azioni del lusso, oggetto di vendite dopo un report di Deutsche Bank che consiglia di ridurre l’esposizione su titoli in quest’ambito. Non aiuta il fatto che si ricominci a parlare di Covid in Cina. Le peggiore performance è di Moncler -5,41, seguita da Ferrari, -3,34%.
Gli altri mercati
Sul mercato valutario, seduta in ribasso per l’Euro-Dollaro USA, che resta sotto 1,08 con le candele giapponesi pattern che segnalano debolezza per la valuta unica.
Sostanzialmente stabile l’oro, che continua la sessione sui livelli della vigilia a quota 1.966,3 dollari l’oncia.
Tra le materie prime si muove pimpante il petrolio, con il Brent in progresso dell’1,4% oltre 77 dollari al barile e il Wti in crescita dell’1,6% a 73,22 dollari al barile.