Il D.L. n. 48/2023 (cosiddetto Decreto Lavoro), di recente approvazione, e attualmente in fase di conversione in legge, ha introdotto importanti novità in materia di fringe benefit per il 2023.
Cosa sono i fringe benefits e cosa cambia con la nuova legge? In questo articolo cercheremo di rispondere a queste domande, analizzando le novità introdotte e i vantaggi per aziende e dipendenti, sulla base delle indicazioni in merito fornite dall’Inps.
Sin da ora, però, possiamo dire che le principali novità riguardano:
- l’innalzamento, anche quest’anno, a 3.000 euro del limite di esenzione di beni e servizi;
- limitazione delle categorie di lavoratori coinvolti.
Analizziamo meglio il contenuto del Decreto, ma prima chiariamo cosa si intende quando si parla di fringe benefits.
Cosa e Quali Sono i Fringe Benefits
I fringe benefits, noti anche come benefit accessori o vantaggi accessori, sono benefici aggiuntivi che un datore di lavoro può offrire ai dipendenti al di là del salario base. Questi vantaggi supplementari sono progettati per migliorare il pacchetto retributivo complessivo e creare un ambiente di lavoro più attraente per i dipendenti e non concorrono alla formazione del reddito da lavoro imponibile.
I fringe benefits possono assumere diverse forme e possono variare da un’azienda all’altra. Alcuni esempi comuni di fringe benefits includono:
- Assicurazione sanitaria;
- Piani pensionistici;
- Congedi retribuiti;
- Rimborsi spese;
- Benefit flessibili, ossia quelli che i dipendenti possono scegliere tra una gamma di opzioni per adattare i vantaggi alle loro esigenze individuali, ad esempio, tra diversi piani di assicurazione sanitaria o piani pensionistici;
- Assistenza all’infanzia;
- Sconti su prodotti e servizi;
- Programmi di formazione e sviluppo.
Fringe Benefits nel Decreto Lavoro 2023
Come abbiamo avuto modo di accennare, una delle principali novità in materia di fringe benefits riguarda l’innalzamento, per il 2023, della soglia dei medesimi fino a 3000 euro. Questo, però, riguarda solo i lavoratori dipendenti con figli a carico (inclusi quelli nati fuori dal matrimonio riconosciuti, i figli adottivi o in affidamento). Per tutti gli altri, invece, resta la soglia limite di 258,23 euro.
Nel tetto dei 3000 euro, inoltre, sono inclusi anche gli importi di eventuali Bonus Bollette (di cui abbiamo parlato in questo articolo), con l’inclusione, in base al principio di cassa allargato) delle competenze erogate entro il 12 gennaio 2024.
Non sono ricompresi, invece, i beni ceduti e i servizi prestati ai lavoratori, nonché le somme anticipate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche riguardanti il servizio idrico integrato, luce e gas.
Un’altra novità riguarda l’inclusione dei buoni carburante fino ad un massimo di 200 euro che, in questo modo, non faranno cumulo con la retribuzione imponibile, ma solo se destinati a tutti i dipendenti o a un gruppo omogeneo di questi. In caso contrario, invece, saranno calcolati insieme al reddito da lavoro dipendente.
Destinatari e Datori di Lavoro: Obblighi e Requisiti
Anche se con limiti diversi, i benefici accessori sono riconosciuti a tutti i lavoratori dipendenti.
Essi possono essere previsti dalla contrattazione collettiva oppure essere richiesti per diritto dai lavoratori.
Come abbiamo visto, di fatto a beneficiare della nuova normativa saranno solo i lavoratori dipendenti con figli a carico, ma a condizione che questi possiedano un reddito complessivo non superiore a 2840,51 euro, innalzato a 4000 euro se sono a carico figli di età superiore a 24 anni.
In ogni caso, è bene precisare che il lavoratore dipendente è tenuto a presentare al datore di lavoro una dichiarazione nella quale esprime il diritto al beneficio, specificando il codice fiscale dei figli. Si ricorda che può anche utilizzare l’agevolazione ad personam o in favore di coniugi e familiari, anche non a carico.
Il datore di lavoro, da parte sua, è tenuto ad informare le rappresentanze sindacali unitarie, laddove presenti, dell’erogazione dei benefici.
Criticità del Decreto Lavoro
Nell’impianto attuale, il Decreto, nella parte riguardante la disciplina dei fringe benefits, presenta non poche criticità.
Una di queste riguarda l’esclusione dall’innalzamento del tetto a 3000 euro dei lavoratori senza figli a carico, per i quali, come detto, resta il limite di 258 euro.
Inoltre, tutto ciò si traduce in un ulteriore aumento delle spese amministrative e contabili a carico dei datori di lavoro.
Infine, non è ancora stato chiarito il criterio di ripartizione del beneficio tra i genitori. Allo stato attuale, l’art. 12 del TUIR prevede che la detrazione per i figli è destinata:
- nella misura del 50% tra i genitori se non legalmente separati;
- a favore del genitore con un reddito complessivo più elevato, ma solo previo accordo tra le parti;
- a favore del genitore affidatario, nei casi di separazione legale o di annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio;
- nella misura del 50% nel caso di affidamento congiunto o condiviso e in mancanza di accordo.
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