L’analisi di Massimo Malvestio sulle cause correlate alle recenti crisi bancarie e sulle politiche da mettere in campo per evitare lo scoppio di una crisi sistemica.
Massimo Malvestio: “Deutsche Bank solo una crisi di borsa. Il vero problema? L’inflazione”
In un’intervista rilasciata nel 2021 a “VeneziePost”, Massimo Malvestio aveva lanciato un avvertimento sulla tenuta economica del Paese. Fu uno dei pochi a percepire i segnali di una crisi in arrivo. A distanza di due anni e con un’inflazione a due cifre che non accenna a diminuire, l’avvocato è stato nuovamente intervistato dal quotidiano in merito alle recenti crisi bancarie che hanno scosso i mercati finanziari. Nonostante le precauzioni prese dopo Lehman Brothers, i cambiamenti avvenuti nei meccanismi di risoluzione delle crisi e una “vigilanza pervasiva ed onerosa”, secondo l’esperto l’inflazione galoppante è la prova lampante delle previsioni sbagliate e degli errori commessi dai regolatori. Alla fine, spiega Massimo Malvestio, a pagare il costo di questi episodi saranno sempre i contribuenti: “Per anni i mercati sono stati inondati di liquidità e ora, con lo scoppiare dell’inflazione, i nodi vengono al pettine. Che la si possa fermare non è detto, perché il calo demografico provoca una crisi del mercato del lavoro che porterà ad un aumento dei salari. E se non si ferma, quelle banche e assicurazioni che hanno investito su obbligazioni rischiano di saltare”. A preoccupare l’avvocato non è tanto il caso Deutsche Bank, limitato ad una “semplice” crisi di borsa, quanto quelli che stanno riguardando realtà come Aareal Bank e Deutsche Pfandbriefbank, istituti rispettivamente da 50 e 55 miliardi di attivi che non hanno richiamato a scadenza i prestiti AT1: “È davvero pericoloso entrare in una banca che è già in difficoltà e che è in mano, di fatto ai regolatori. I sauditi con Credit Suisse hanno avuto una lezione simile. Credo quindi che non ci saranno capitali privati né per aumenti di capitale, né per altre forme di apporto di vero capitale di rischio delle banche”.
Massimo Malvestio: “Ricorso al denaro pubblico scenario preferibile alla crisi”
I regolatori che dieci anni fa hanno allagato i mercati di liquidità con tassi vicino allo zero sostenendo che l’inflazione non sarebbe mai arrivata, continua Massimo Malvestio, oggi sono i primi a fare marcia indietro, con le banche centrali che sono state costrette ad un rialzo dei tassi che non ha precedenti nella storia. “Si potrebbe dire che hanno appiccato l’incendio senza neppure dare il tempo di raggiungere le uscite di sicurezza. Adesso le perdite sono tanto maggiori quanti più titoli a lungo termine e tasso fisso ci sono nei portafogli”. E se finora queste perdite non sono state – legittimamente – contabilizzate o contabilizzate in parte, il problema permane: “Adesso o i tassi scendono anche e soprattutto per effetto della crisi che si sta innescando oppure le perdite per molte banche ed assicurazioni saranno cristallizzate”. E a chi sostiene che rispetto al 2008 gli istituti italiani ed europei oggi appaiono più che solidi, Massimo Malvestio sottolinea la mancanza di trasparenza: “I bilanci sono datati e insufficienti se posti in relazione alla volatilità di questi mesi e all’ampiezza dei dati che offrono. Si sa che potrebbe esserci un problema e quel che abbiamo visto fino ad ora fa capire quanto serio può essere il problema”. Fermare l’inflazione non è detto che sia sufficiente, così come non è detto che si riesca ad abbassarla. L’unica soluzione concreta, conclude Massimo Malvestio, sarà quella di ricorrere nuovamente al denaro pubblico. Un esempio si è già visto con Credit Suisse: “Per quanto possa costare e per quanto possa dar vita a soluzioni inique sarà sempre la soluzione più conveniente rispetto ad una crisi bancaria”.