“Visioni. Linguaggi pittorici a confronto” è il titolo della collettiva inaugurata venerdì 30 giugno e in programma fino al prossimo 9 luglio, negli spazi del Kalta Tennis Club, in via Beato Angelico 16 a Palermo.
La mostra, a cura della professoressa Graziella Bellone in collaborazione con l’architetto Roberta Randazzo, vede protagoniste le opere di Giovanna Benzi, Luciano Cantoni, Nilde Capelletti, Luisella Ceredi, Edipa, Arnaldo Gallinucci, Paolo Graziani, Giuliana Guerrini, Susanna Lelli, Malugho, Marco Moretti, Piero Pineroli, Piero Romagnoli ed Elisabetta Venturi.
Un confronto tra le modalità espressive e i contenuti delle opere dei quattordici artisti partecipanti, tutti provenienti dalla Romagna, attraverso i loro svariati linguaggi pittorici, tra affinità, parallelismi e divergenze.
I PREMI E LE MENZIONI
Nel giorno del vernissage, la giuria composta dai giornalisti Giovanni Tarantino, Marianna La Barbera, Giovanni Paterna ed Eliana Calandra, dirigente del Servizio Sistema Bibliotecario, Spazi Etnoantropologici e Archivio Cittadino del Comune di Palermo, ha deciso di assegnare il primo premio ad Arnaldo Gallinucci, il secondo a Luciano Cantoni e il terzo e Piero Pineroli.
Una decisione per nulla semplice, in considerazione dell’alta qualità e del valore delle opere esposte.
Due menzioni, inoltre, sono state assegnate a Malugho e a Marco Moretti.
La mostra, un’occasione per indagare la connessione tra vedere e sentire, immagine e immaginazione, lasciando l’interpretazione all’emozione dello spettatore, conferma la straordinaria capacità della professoressa Graziella Bellone nel ruolo di curatrice: attenzione ai dettagli, emozioni e un’atmosfera di piacevole dialogo tra artisti e pubblico hanno contrassegnato l’evento, tra i più significativi dell’estate in corso.
Figurativo, astratto, allegorico e immaginario attraversano la collettiva catturando lo sguardo dell’osservatore, ammaliato dal fascino pervasivo delle opere, con la loro forza comunicativa e catartica.
“Opere che – precisa Graziella Bellone – siano esse raffigurazione di volti umani, paesaggi, luoghi o soggetti informali, diventano il pretesto per rendere possibile l’immersione in un’atmosfera onirica a tratti visionaria, ampliando i confini della dimensione percettiva”.
Le fotografie sono di Valeria Martorana
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