Dalla terra alla tavola: il successo del turismo enogastronomico bio nella Romagna Rurale

Da alcuni anni, grazie alla sempre maggiore attenzione verso la sostenibilità ambientale e lo sviluppo delle culture locali, il turismo enogastronomico bio è diventato una risorsa fondamentale per molte piccole aziende agricole e turistiche della Romagna Rurale che, sempre più, stanno cercando di valorizzare le proprie tradizioni e i prodotti del territorio, biologici e a chilometro zero con il progetto “Rete Bio amica dei visitatori consapevoli”. I turisti che scelgono di trascorrere un periodo di vacanza nella Ruralità a contatto con la natura, non cercano solo buon cibo servito a tavola, ma vogliono anche conoscere da vicino i processi di produzione e partecipare in prima persona alla raccolta o alla trasformazione delle materie prime, per sentirsi pienamente parte di un’originale esperienza conoscitiva del territorio. Infatti, il cibo e le tradizioni enogastronomiche sono il modo più semplice e immediato per entrare in contatto con le persone e la cultura di un luogo e generano un valore economico importante per gli abitanti, l’economia e il turismo, perché favoriscono non solo lo sviluppo dell’agricoltura, ma anche la cura e la manutenzione del paesaggio e la condivisione delle usanze locali. Il “Bio-turismo” è lo stretto legame tra agricoltura biologica e turismo, oggi, l’incremento della domanda di prodotti biologici sta aprendo un nuovo varco all’interno della Ruralità con paesaggi naturali sempre più attrattivi, mediante l’attenta conservazione, protezione e il miglioramento della qualità dell’offerta turistica nazionale ed internazionale. Questa è l’analisi che è emersa dal sondaggio fatto nella meravigliosa settimana Artusiana di Forlimpopoli con il progetto dell’Unione di Comuni della Romagna forlivese “Rete Bio amica dei visitatori consapevoli” organizzato da BAItour, in collaborazione con Visit Romagna, GAL L’Altra Romagna, Unpli Forli Cesena e cofinanziato dalla Regione Emilia-Romagna attraverso l.r.41.