La Galleria Palazzo Nicolaci ospita dal 5 agosto al 24 settembre 2023 la personale dell’artista romano Paolo Medici, considerato il maestro del frottage, un’antica tecnica di disegno e pittura basata sul principio dello sfregamento su carta, riscoperta nel secolo scorso dal pittore e scultore tedesco Max Ernest, indicato come pioniere. Affinando le potenzialità legate a questo medium artistico, Paolo Medici sviluppa un linguaggio unico e personalissimo che tramuta in uno spazio narrativo in cui il ritratto non è solo un genere pittorico, ma una rappresentazione della percezione che l’artista ha di sé e della società del proprio tempo. Con uno sguardo libero e diverso, attraverso il valore comunicativo del disegno, l’artista celebra la bellezza femminile come soggetto nomade in cerca di altre identità e come forma di espressione creativa non legata all’apparenza ma ad una dimensione più intima che esalta l’individualità e i moti dell’animo. La sua ricerca estetica del bello come canone si fonda sull’equilibrio e sulla moderazione, sull’espressione moralmente controllata dei sentimenti e sull’adesione alla realtà, trovando ispirazione nei codici e nei valori della società contemporanea. Una narrazione tra stereotipi cliché e gender fluid, che si traduce in una sorta di mappatura dell’ideale estetico, riconosciuto dalla cultura di questo nostro tempo, e che diventa anche ricerca del bello interiore, attraverso un focus dedicato allo sguardo dell’anima come specchio di una bellezza suprema, erotica, sensuale, ambigua, androgina, fragile, ideale, fatale, altra.
L’esposizione, una sorta di inedita galleria di ritratti di modelli, simboli e soggetti appartenenti al proprio vissuto, offre al visitatore la chiave d’accesso alla sua formazione artistica, svoltasi a Roma presso lo studio di Corrado Cagli, dal 1969 al 1976, e di Giorgio de Chirico, nel 1973, che affonda le proprie radici nelle influenze che sull’artista esercitarono questi due grandi maestri improntandone il codice stilistico.
La mostra attenta nel raccontare, attraverso un nutrito numero di opere, una nuova bellezza e il carisma di totemiche veneri contemporanee, icone di una società che avanza, fa di Paolo Medici l’interprete di una cultura figurativa abile e colta, di impronta classica, capace di dar forma e colore alle emozioni. “Un realista emotivo”, ama definirsi, concentrato nell’intento di perseguire un’arte fatta di grazia, di eleganza e di equilibrio ma rinnovata dall’espressione dei sentimenti e rifondata nel suo contemporaneo e singolare linguaggio estetico. La sua abilità di ritrattista si concretizza in opere di ampio respiro in cui rigore e perfezione compositiva si sublimano nella sensualità dei volti, dei gesti e delle espressioni intense e immediate.
“Non ho mai utilizzato pennelli, le mie opere sono realizzate con pastelli cerosi a olio sfregati su fogli di carta sottile, che mi permettono così di farne affiorare il cliché utilizzato”. Il significato concettuale e linguistico ordiscono la tela di ogni opera, legando insieme il testo iconografico che, nella sua dimensione tessile, si presenta una straordinaria “testura” di bellezza, intrisa di essenza personale e di sensibilità artistica.
Paolo Medici è nato a Roma nel 1955. Frequenta lo studio di Corrado Cagli come allievo, perfezionando gli studi di pittura dal 1969 al 1976.
Nel 1973 frequenta lo studio di Giorgio de Chirico per uno stage di pittura. Sceglie di focalizzare la sua attenzione sulla sperimentazione del “frottage”, una tecnica che impara ad usare con grande maestria e creatività, fino a realizzare quadri il cui effetto visivo può evocare la stessa intensità e chiarezza di un’opera pittorica ad olio. Paolo Medici è considerato uno dei migliori artisti contemporanei nella pittura con questa tecnica.
Se la tecnica che preferisce è il frottage, che sfrutta lo sfregamento dei pastelli a cera a olio su carta piuttosto che su tela, il tema delle sue opere è l’antico, a volte la storia o a volte il mito, non sentito come sogno o nostalgia, ma come presenza certa e determinata. Fin da giovanissimo inizia l’attività espositiva e nel 1975 realizza la sua prima personale alla Galleria la Bòheme di Roma.
Frequenta gli studi di diversi artisti come Salvatore Provino, Giuseppe Bertolini, Angelo Canevari, Nuvolo (Giorgio Ascani) dove assimila e perfeziona le tecniche di pittura, scultura e grafica. Al suo attivo, numerose mostre personali in musei, gallerie pubbliche e private.
L’ingresso alla mostra e alla Vernice di sabato 5 agosto alle ore 20,00 è libero.