Sono arrivati risultati poco incoraggianti dalla coalizione dei caccia, caldeggiata dai ministri ucraini e supportata da alcuni governi di Paesi UE. O meglio, si tratta praticamente solo di incoraggiamento, non di aiuto concreto. Gli Stati “amici” di Kiev, infatti, daranno alcune decine di jet F-16, ma non subito. Già fra qualche settimana sarà troppo tardi per dare un apporto in questa fase decisiva della controffensiva.
L’aiuto di Olanda, Danimarca e Grecia
Olanda, Danimarca e Grecia, sono questi i tre Paesi che Zelensky ha visitato nel suo breve tour europeo di agosto e che hanno promesso aiuto con gli F-16. In particolare, l’Aia e Copenhagen forniranno i caccia, mentre Atene fornirà l’addestramento. Il viaggio del presidente ucraino è stato forse più una formalità che una vera necessità. Per dare quei jet, infatti, più che le capacità di convincimento dell’ex attore è servito l’assenso dei produttori, che sono gli USA. Il segretario di Stato Blinken aveva comunicato qualche giorno prima dell’arrivo di Zelensky che Washington dava il benestare all’operazione. Come detto, però, i jet saranno pochi e scaglionati, dunque di fatto non costituiscono quell’elemento utile a spostare gli equilibri della guerra. Sono solo mezzi di propaganda e di supporto morale alle truppe ucraine, spossate e demoralizzate.
L’aiuto della Svezia
Zelensky ha fatto tappa anche a Stoccolma. Inizialmente la Svezia sembrava intenzionata a dare i suoi caccia Gripen, più semplici e quindi di utilizzo più rapido per gli ucraini. E invece, dopo che Zelensky è andato via, il premier svedese Kristersson ha fatto una specie di passo indietro. Ha dichiarato che essendo il suo Paese molto esteso geograficamente e non essendo ancora pienamente entrato nella NATO, necessita degli aerei per la sua difesa. Forse ne darà qualcuno a Kiev, se avanzano, ma per adesso no. Grazie alle loro caratteristiche di manovrabilità, i Gripen sarebbero forse andati meglio degli F-16. Infatti potrebbero atterrare e decollare più facilmente dagli aeroporti ucraini, che certamente non sono oggi in condizioni ottimali. Anche se il capo dell’aviazione militare ucraina sostiene che gli aerodromi del Paese possono tranquillamente ospitare gli F-16, gli esperti hanno dei dubbi. Fonte: https://strumentipolitici.it/il-fallimento-di-zelensky-sui-caccia-pochi-e-non-operativi/