Ai confini del Mediaverso, di Aldo Mantineo e Giovanni Villino

Il giornalismo sta cambiando pelle e oggi parlare di visori, di realtà aumentata, di ologrammi, di immersive journalism vuol dire declinare al presente qualcosa che solo un paio di anni fa poteva apparire come qualcosa da venire tra chissà quanto tempo. Ma le redazioni sono già attrezzate per governare un processo ormai in atto che sta portando sempre di più l’algoritmo al desk?
Prima di rispondere occorre prendere consapevolezza del fatto che chi professionalmente produce contenuti di informazione è passato dall’operare lui (anche nell’era digitale) la selezione delle notizie da porre al centro del dibattito a un ruolo di comprimario, una rotella di un più complesso ingranaggio che fa circolare le notizie che, specie con l’avvento dei social, vede (potenzialmente) milioni di utenti pronti a mettere in rete testi, foto e video che a loro volta vengono ripresi e rilanciati e condivisi.


Aldo Mantineo (Siracusa 1960), giornalista professionista, ha lavorato per oltre trent’anni alla «Gazzetta del Sud» dove da ultimo è stato caposervizio della redazione di Reggio Calabria. È stato corrispondente da Siracusa dell’Agenzia ANSA. È autore di diversi racconti e saggi dedicati al tema della disinformazione. Attualmente presiede uno dei collegi del Consiglio di Disciplina Territoriale dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia ed è commissario del Corecom Sicilia, il Comitato Regionale per le Comunicazioni.

 

Giovanni Villino, giornalista professionista e divulgatore digitale, è nato a Palermo nel 1978. È redattore ordinario di TGS, Telegiornale di Sicilia. Si occupa di formazione professionale continua nell’ambito delle applicazioni digitali nell’editoria.
È autore di due guide: «Giornalisti nel Metaverso» e «Giornalisti con Intelligenza Artificiale». Attraverso il podcast «Scalo a Grado» condivide analisi e riflessioni sul mondo del giornalismo e dei social media. Ulteriori informazioni su www.giovannivillino.eu