L’atteso rapporto sui prezzi negli USA ha nuovamente deluso il mercato. Si sperava in un calo dell’inflazione, magari anche più robusto del previsto, che invece non c’è stato. Questo torna ad alimentare le incertezze sulle prossime mosse che farà la Federal Reserve, anche se è difficile che i tassi di interesse vengano di nuovo aumentati a novembre. Specie dopo le osservazioni accomodanti fatte in precedenza dai funzionari della banca centrale americana.
Il report sull’inflazione
In base ai dati pubblicati oggi, il tasso di inflazione annuo è rimasto al 3,7%, mentre il mercato si aspettava un lieve calo al 3,6%. Il dato core, ossia depurato delle componenti più volatili come prezzi alimentari ed energetici, è rallentato al 4,1%, che è il livello più basso dal settembre 2021.
L’indice dei prezzi su base mensile è salito dello 0,4%, in frenata rispetto allo 0,6% registrato ad agosto. Tuttavia è andato oltre le aspettative del mercato che erano per lo 0,3%. Il tasso core mensile è invece rimasto invariato allo 0,3%.
Il report sul lavoro
Sempre oggi è stato reso noto che il numero di americani che hanno presentato domanda di sussidio di disoccupazione è rimasto invariato rispetto alla settimana precedente. Il mercato del lavoro a stelle e strisce rimane a livelli tesi, indicando una maggiore resilienza al ciclo di inasprimento aggressivo della Federal Reserve e aggiungendo margine affinché i tassi rimangano più alti più a lungo.
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La reazione del mercato
I dati di oggi rimettono qualche dubbio sulle prossime mosse della FED. O forse sarebbe meglio dire che non dissolvono quelli che erano già presenti. L’inflazione cala lentamente, ma questo difficilmente indurrà la FED a discostarsi da quell’approccio prudente che è emerso dalla recente lettura delle minute dell’ultimo meeting.
Per questo l’indice del dollaro è risalito verso 106,5, ma non ha guadagnato grande slancio e l’indicatore Aroon forex non evidenzia particolari segnali.
Invece il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni ha ridotto i precedenti cali portandosi al di sopra della soglia del 4,6%.