Mentre prosegue l’avvicinamento di Erevan a Bruxelles, aumenta pure l’instabilità che scuote dalle fondamenta la politica armena. L’ultimo esempio si è avuto con l’elezione del sindaco della capitale, in minoranza già da subito. È solo un assaggio della prospettiva a livello nazionale quando la presa del partito di governo sarà ancora più debole.
Bruxelles manda i suoi delegati
Pochi giorni fa una delegazione del comitato Affari esteri del Parlamento europeo è andata a Erevan per un vertice col governo armeno. Il capo della rappresentanza europea, Viola von Cramon-Taubadel, ha conferito col viceministro degli Esteri Paruyr Hovhannisyan. Ha ribadito il sostegno della UE e la volontà di intensificare la cooperazione. Il viceministro armeno ha ringraziato per la risoluzione di condanna approvata dall’Europarlamento contro l’Azerbaigian. Peccato solo che a Bruxelles parlano e promettono, cercando di sedurre Erevan. Ma nella pratica proseguono a ritmo sempre maggiore le forniture di gas da Baku, che quindi rafforza il suo potere commerciale e strategico sull’Europa. Nessuna vera sanzione contro l’Azerbaigian, solo carta.
Un sindaco di minoranza per Erevan
Le elezioni comunali della capitale Erevan hanno prodotto un magro risultato per Contratto Civile, il partito di governo. Sarebbe andata pure peggio, se le elezioni fossero state appena qualche giorno dopo. I cittadini avrebbero punito il premier Pashinyan a livello elettorale, dopo la catastrofe politice e umanitaria dell’Artsakh avvenuta a settembre. Con i pochi seggi disponibili, Contratto Civile insieme a un altro piccolo partito ha eletto il suo candidato sindaco. L’aiuto decisivo è arrivato dai partiti di opposizione, che hanno disertato la seduta. In questo modo il quorum è sceso. Ma ora al sindaco manca un’effettiva base di consenso popolare. Fonte: https://strumentipolitici.it/con-il-nuovo-corso-europeista-in-armenia-arriva-linstabilita-politica/