Casoria – Lettera infuocata del Presidente cimiteriale Giuseppe Salzano dopo aver incassato la sfiducia dei Comuni di Arzano, Casoria e Casavatore: “mi hanno fermato, volevo solo la legalità”. Intanto dopo essere stato accusato di aver trasformato il cimitero in una S.p.A. in due anni sarebbero aumentati a dismisura i contenziosi civili e incarichi legali. Come sempre accade da copione e a seguito di chi non accetta di lasciare la propria “poltrona” dopo la sfiducia, il Presidente consortile del cimitero tra i comuni ed ex assessore sfiduciato della giunta Sollo col…pisce ancora. Ben quattordici pagine indirizzate al mondo per mettere al corrente delle sue azioni di rispristino della legalità e di come sindaci, ex direttori e consiglieri dimissionari abbiano voluto fermare la sua opera di ripristino della trasparenza. Ma a ben guardare e spulciare atti, delibere e verbali di consiglio non vi è una sola denuncia a corte dei conti e Procura ( tranne quelle evidentemente partite unitamente a qualche altro consigliere), che il Presidente Salzano abbia stilato in assenza di atto deliberativo collegiale. Come allo stato non esistono azioni che lo stesso abbia intrapreso senza delibere di consiglio o di assemblea. Nella lunga sequela di quelle che sembrano mere elucubrazioni scritte di pancia dopo il suo defenestramento, appaiono prive di fondamento anche quelle relative alla nomina del direttore che proprio Salzano ha approvato con atto deliberativo e successivamente sottoscritto con contratto di assunzione. Anche nei confronti delle Arciconfraternite tanto “amate” dal Presidente Salzano, non esiste atto di citazione in giudizio che non sia stato approvato in modo collegiale. Ma non solo…invocando di aver chiesto (lui sic!)la rotazione di incarichi e lavori appare singolare, e forse pura casualità, che siano cresciuti a dismisura proprio gli incarichi legali con parcelle fino a 20mila euro che, se moltiplicati, incidono ed hanno inciso pesantemente sulle casse cimiteriali. E chissà cosa ne direbbero a questo punto amici, colleghi, mielose simpatie e parenti del nostro circondario che assistono a siffatte azioni. La sua sfiducia non è un fulmine a cielo Sereno e nemmeno una azione isolata quella giunta dai rappresentati consortili di Casoria, Casavatore e Arzano Pietrantonio, Sepe, Bianco, Galiero e D’Auria, hanno messo nero su bianco in una nota protocollata all’attenzione dell’Assemblea Consortile. I membri del CdA, “dopo una lunga e pacata riflessione – si legge-, tenuto conto del grave stallo di esercitare correttamente, lealmente, con competenza le funzioni assegnate per statuto al consiglio consortile, privato della possibilità di governare democraticamente attraverso i necessari confronti e dibattiti politico amministrativi nell’interesse della utenza e dei comuni consorziati; considerato altresì che taluni argomenti costituenti gli ordini del giorno non vengono più discussi o reiterati in riunioni successive, pur essendo stranamente attenzionati dalle minoranze consiliari di un Comune, lo stesso vale per il contenuto dell’ordine del giorno mai democraticamente composto attraverso il dialogo sulle argomentazioni condivise ma scelte autoritariamente calpestando i principi statutari sulle competenze dell’organo consiglio consortile; che tali circostanze più volte hanno procurato incomprensioni, frizioni e malumori ledendo la serenità di giudizio e di scelta, specie in riferimento a testi di provvedimenti già confezionati, in dispregio ai principi democratici di valutazione, riservata all’organo consiglio consortile”. E’ la seconda volta in pochi mesi che Salzano, soprannominato lo “sceriffo” per le sue attività tutte avviate ma mai concluse se non per l’instaurazione di cospicui contenziosi, viene sfiduciato. Infatti, proprio diversi mesi fa i consiglieri consortili di Casoria Michele Bruno, Angelo Russo e Nunzio Sepe protocollarono una nota infuocata (poi trasmessa ai sindaci e al consiglio) in cui stigmatizzavano i comportamenti poco ortodossi di Salzano che oltre ad essere poco propenso alla condivisioni degli ordini del giorno e aver trasformato il cimitero in una Società per Azioni, avrebbe tentato di ingerire nella gestione del medesimo ente. Insomma, destino amaro per Salzano che anche con l’ex sindaco Sollo venne messo alla porta e sfiduciato. Insomma…Speriamo che la Procura approfondisca questi aspetti ed altri…
L.S.