Manuel Rico – “La donna morta”
Edizioni Joker presenta la traduzione italiana dell’affascinante romanzo dello scrittore e critico letterario spagnolo Manuel Rico, il cui titolo originale è “La mujer muerta”. L’autore narra la storia di un viaggio interiore attraverso i paesaggi della memoria, condotto sul sottile confine tra realtà e allucinazione, e tesse sapientemente una trama intrigante in cui il mistero legato a due manoscritti si intreccia con la profonda crisi artistica di un pittore di successo, in angosciante ricerca della sua verità più intima.
Casa editrice: Edizioni Joker
Collana: I Narranti
Traduzione: Monica Liberatore
Genere: Narrativa
Pagine: 384
Prezzo: 23,00 €
«E se questo viaggio fosse un sogno? Se mi svegliassi improvvisamente a casa, a Madrid, e scoprissi che tutto ciò che ho vissuto in questi mesi appartiene a un lungo sogno di cui questo viaggio fosse l’ultimo capitolo?»
“La donna morta” di Manuel Rico è un romanzo suggestivo e visionario, in cui viene offerta una sensibile riflessione sul tempo e una lucida indagine sulla coscienza dell’uomo contemporaneo; la memoria diviene il nucleo centrale da cui si propaga una storia avvincente, che parla del ruolo che ha l’arte di modificare la realtà individuale e collettiva, e dei segni, anche impercettibili, che alcuni eventi ed emozioni possono lasciare sul tessuto del tempo. E proprio questi segni diventano parte della mappa che servirà al protagonista dell’opera per recuperare la sua verità, a lungo negata; Gonzalo Porta è un pittore cinquantenne in crisi creativa: egli non si riconosce più nell’arte informale che ha caratterizzato la sua acclamata produzione ventennale, e decide quindi di isolarsi in un villaggio semiabbandonato vicino Madrid chiamato Cerbal, ubicato nella sierra de la Tejera Negra, nel cuore della quale si ergono le aspre alture della Donna Morta. In questo luogo inospitale spera di ritrovare sé stesso, e la propria ispirazione.
La confusione e lo sconforto di Gonzalo si trasformano presto in depressione; la pittura è sempre stata parte integrante della sua vita, e tale interconnessione fa sì che la crisi artistica coincida progressivamente con l’emersione di un profondo disagio esistenziale. Gli spettri della solitudine e del vuoto si fanno sempre più insistenti, insieme ad alcuni fantasmi del passato: del suo e di quello di strani personaggi, che sembrano vivere al di fuori dell’ordinario flusso temporale. Al protagonista non resta quindi che incamminarsi sui sentieri di un tempo “disabitato”, incrociando strade impossibili, sperimentando esistenze a lui estranee, e cadendo vertiginosamente verso un inferno da cui potrebbe non esserci ritorno. Una donna enigmatica, in bilico tra realtà e raffigurazione artistica, lo ossessiona, trascinando la sua mente in zone oscure; due misteriosi manoscritti si avvicinano troppo pericolosamente al suo vissuto e al contenuto dei suoi nuovi quadri realisti, e uno sfortunato ragazzino rievoca gli echi lontani della sua infanzia. Ma quanto c’è di vero in ciò che Gonzalo esperisce, e quanto, invece, risiede nella terra desolata del delirio?
Manuel Rico, apprezzato scrittore, poeta e critico letterario, presenta la storia di un lungo viaggio tra realtà e sogno, tra lucidità e follia, tra presente e passato; con una scrittura elegante ed evocativa, conduce il lettore in una vicenda immersiva che lascia emotivamente inquieti. Un romanzo sorprendente, che abbaglia con il lirismo delle descrizioni paesaggistiche e con la vividezza del tumultuoso mondo interiore del protagonista, il quale si scontra con una realtà fredda e ostile: forse solo l’arte e la letteratura potranno salvarlo, o potrebbero invece essere la sua dannazione.
SINOSSI DELL’OPERA. L’opera di Manuel Rico è un disegno narrativo classico che non rinuncia a un elemento fondamentale di tutti i romanzi: l’intrigo, l’enigma e il mistero. Gonzalo Porta, un celebre pittore, alla soglia dei cinquant’anni, subisce una grave crisi creativa che lo porta a lasciare temporaneamente Madrid e a stabilirsi a Cerbal, un villaggio quasi abbandonato sulle montagne a nord della capitale e, forse per questo, anche situato al confine del tempo, poiché la vita lì nel 1986 – il presente della storia – può essere anche la vita del 1958, la primavera può essere novembre, la realtà può dissolversi in fantasticheria o in incubo e la luce può diventare ombra. Porta intraprende successivi viaggi nel profondo di sé, attraverso i quali recupererà la memoria delle proprie radici. Un viaggio interiore e una splendida metafora della creazione, che ha qualcosa della discesa agli inferi dell’artista nello smarrimento che vive e da cui tornerà per svelare «la verità delle cose».
BIOGRAFIA DELL’AUTORE. Manuel Rico (Madrid, 1952) è laureato in Scienze dell’Informazione alla Universidad Complutense di Madrid, dove attualmente vive. Poeta, narratore e critico letterario, ha collaborato con diversi giornali e riviste e si occupa di poesia nel supplemento del quotidiano El Pais “Babelia”. È autore di diverse opere poetiche tra le quali si menzionano “Papeles inciertos” (1991), “El muro transparente” (1992) e “La densidad de los espejos” (Premio Juan Ramón Jiménez, 1997); tra i suoi romanzi si ricordano “El lento adiós de los tranvías” (1992), “Una mirada oblicua” (1995) e “La mujer muerta” (2000). Come saggista, ha pubblicato uno studio sulla poesia di Manuel Vázquez Montalbán dal titolo “La memoria, el deseo y la compasión” (2001).
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