MAX DESTE – Omaggio al poeta (autoproduzione)
L’INTERVISTA
Mi parli del titolo del disco?
Ho scritto i testi di questo album subito dopo aver terminato il romanzo in versi “Lasciare andare” che uscirà in marzo 2024. Il protagonista di questa storia è un ragazzo che soffre di solitudine, inizia a scrivere un diario poetico per farsi compagnia e provare a diventare adulto. “Omaggio al poeta” è dunque un omaggio a questo ragazzo. Più in generale è un omaggio alla figura del poeta, ultimo baluardo dell’umanità.
Che differenze trovi tra Omaggio al poeta e il disco precedente (Antidoto 21)?
Quest’ultimo ha certamente dei momenti più intimisti, anche sul piano musicale. Sono comunque tutti legati, insieme al primo album “Ok silenzio” (2017), ad un tema di fondo che è quello che ha come oggetto dell’indagine il rapporto tra uomo tecnologie. I tre album fanno dunque parte di una trilogia musicale dal titolo “La poetica del cambiamento”, una sorta di manifesto musicale con cui racconto il nostro presente. Dopo 35 000 anni di Homo Sapiens, siamo di fronte ad un nuovo salto evolutivo. Si parla ormai di “Homo tecnologicus”.
Vedo dalla tua biografia che hai una produzione letteraria e discografica molto prolifica. Ce ne vuoi parlare?
Sì, sono due passioni che coltivo da quando ero piccolo. È nata prima la scrittura, verso i cinque anni, e poi dopo un po’ anche la musica, con l’idea di raccontare in musica le storie che scrivevo. Negli ultimi anni, spesso queste due arti si sono incontrate. Penso al primo romanzo (Show surprise), in cui sono presenti una ventina di canzoni originali. Penso anche all’ultimo romanzo (Il desiderio di cadere), in cui sono presente tantissime citazioni musicali. Ho anche proposto spesso reading musicali, con letture di brani ed esecuzioni dal vivo di canzoni spesso originali. Infine, ho realizzato una colonna sonora dal titolo “Rumore primo” per una trilogia teatrale per ragazzi.
A quali musicisti ti senti più vicino?
Chitarristicamente sono nato studiando tutti gli assoli di David Gilmour, oltre ai classici del blues. Superata l’adolescenza, studiando anche con vari maestri, ho avuto moltissime altre influenze. Mi piacciono comunque cantautori come Jeff Buckey, Tom Waits, Damien Rice, ecc.
Nel mondo dell’AI c’è spazio per musica diciamo “meditativa e dell’anima” come la tua?
Credo che sia questa una grande sfida. Arrivare cioè al punto di produrre musica senza usare nessuna tecnologia. Puro analogico… Da qualche tempo collaboro con un violoncellista, con cui sto provando a realizzare questa realtà acustica pura.
La title track di fatto è un inno a un mondo che non è solo fatto di soldi e algoritmi…
Sì, è una canzone a suo modo di denuncia. Dal 1989, dopo la caduta del muro di Berlino, con il termine di quello che Hobsbawm definisce il “secolo breve”, il capitalismo è diventato dominante. Il suo mantra è “Consumate, consumate…”. Il problema è che le nostre risorse non sono infinite. Dobbiamo, a mio avviso, ripensare un modello di società, oltre che di uomo. Latouche ha dato degli spunti interessanti con il concetto di “decrescita felice”. Nel mio piccolo, porto la poesia e la meditazione, che di questi tempi stare su un cuscino a fare niente, oppure scrivere e recitare poesie, trovo che sia estremamente rivoluzionario…
IL DISCO
https://open.spotify.com/intl-it/album/4pXDhAy0rTlKImQzm61DGf?si=m94YTqrIQxq0lGFA2LZfIQ
“Omaggio al poeta”, il nuovo album di Max Deste, funge da colonna sonora del romanzo in versi “Lasciare andare” (2024). Si tratta dunque di un progetto artistico ad ampio respiro in cui parole, musiche e immagini video si corrispondono. Con queste reti di analogie e di allusioni simboliche l’autore mette così in
scena la sua personale “poetica del cambiamento”, accendendo il riflettore sulla figura del poeta come ultimo baluardo dell’Homo sapiens contro l’avvento della singolarità tecnologica, ossia un futuro ormai prossimo in cui le macchine diventeranno più intelligenti degli esseri umani, potendo migliorare se stesse in modo autonomo, portando a cambiamenti drastici e imprevedibili nella società e nella civilizzazione umana.
Quest’album è un omaggio non solo alla figura del poeta in generale, ma anche a due poeti specifici, come lo sono sia il protagonista del romanzo “Lasciare andare”, un ragazzo che diventa adulto raccontando le sue esperienze in un diario poetico, sia Chögyam Trungpa, il famoso maestro tibetano che da laico ha divulgato la meditazione buddhista in occidente (tra i suoi allievi c’erano ad esempio i poeti della Beat generation e David Bowie) e che ha scritto a sua volte numerose poesie, considerandole una forma di espressione spirituale per
esplorare e comunicare la natura umana, la saggezza e la mente. Quest’approccio da sempre ispira anche le opere di Max Deste.
Infine, quest’album è a beneficio di tutte quelle persone che in questo momento di confusione generale si trovano in grande difficoltà.
Genere: pop d’autore, electro, pop-rock
Biografia
Max Deste è uno romanziere, poeta e cantautore svizzero. Laureato in lettere a Losanna,
ricercatore per il FNS, ha ottenuto l’abilitazione al DFA di Locarno e attualmente vive nel
Canton Ticino, dove è insegnante di scuola media, docente di pratica professionale e
istruttore di meditazione. Si esibisce dal vivo proponendo oltre ai suoi brani originali, anche
una ricca scaletta di successi italiani e internazionali arrangiati in una versione “One man
band”.