L’Ucraina prolunga la legge marziale e la mobilitazione forzata

La situazione militare ucraina è tutt’altro che rosea. La carenza di forze al fronte e conseguentemente di risorse militari che non arrivano più, o quantomeno in misura minore dall’estero, obbliga Zelensky a mantenere lo stato di legge marziale. Il presidente ucraino ha infatti posticipato quest’ultimo fino al 14 di febbraio.

Le accuse di pulizia etnica

Da dove prendere quindi la quantità di uomini necessaria? E qui arriviamo al punto seguente. Più di un’etnia straniera abita all’interno dei confini ucraini: rumeni, polacchi e ungheresi. Se già la deputata romena Sosoaca aveva denunciato gli abusi perpetrati ai danni dei cittadini ucraini di etnia romena, anche Viktor Orban presidente dell’Ungheria, si fa sentire in quel di Bruxelles. Pare sia stato proprio lui a porre una sorta di veto per l’ingresso di Kiev nella UE. Sembra infatti che le vittime preferite da Zelensky da mandare al fronte siano principalmente i cittadini magiari risiedenti in Ucraina. Una cosa che fa indignare Budapest e di riflesso pone Kiev in una situazione ancora peggiore sia agli occhi di Bruxelles che di Mosca.

I prigionieri di guerra

Parlando di Russia, non si può non menzionare un fatto che ha messo in pessima luce Kiev. Recentemente undici prigionieri ucraini di etnia magiara catturati in battaglia dall’esercito russo, sono stati restituiti direttamente a Budapest anziché all’Ucraina. Un gesto politicamente astuto da parte del Cremlino che Zelensky decisamente non ha apprezzato. Se a questo si aggiunge che nella battaglia di Soledar è morta almeno la metà della 128ª Brigata d’assalto da montagna, formata sempre da magiari ucraini, non ci sarebbe da stupirsi se col conseguente reclutamento forzato, i cittadini tutte le minoranze etniche si rifiutassero di andare al fronte. Una follia totale quella perpetrata da Kiev, dal momento che più di uno Stato in Europa spinge da tempo per una risoluzione pacifica del conflitto. Fonte: https://strumentipolitici.it/zelensky-prolunga-la-legge-marziale-la-minoranza-ungherese-minacciata-dalla-mobilitazione-forzata/