Christian Cantelli Podestà presenta un thriller psicologico ricco di emozioni, in cui in personaggio principale, il cantante svizzero Martin Müller, risvegliatosi in una misteriosa clinica, scoprirà gradualmente la verità sulla propria condizione e quella degli altri pazienti. Una storia coinvolgente ai confini della realtà, capace di fare accapponare la pelle e tenere incollati al romanzo fino all’ultima pagina.
«Stai tranquillo, tranquillo. Muoviti poco, ora ti metto l’ossigeno. Hai avuto un risveglio un po’ agitato». Lui scosse la testa, si era appena svegliato, non aveva detto niente, non aveva fatto niente, perché lei stava dicendo che il suo risveglio era stato un po’ agitato? Aveva a malapena aperto gli occhi, dov’era l’agitazione? In quel momento di confusione, si rese conto che non erano soli. Seduto poco distante, un giovane con indosso un camice verde o azzurro sfogliava una rivista di gossip, mentre dietro alle proprie spalle doveva esserci anche qualcun altro, perché sentiva dei rumori e notò che la donna ogni tanto guardava in quella direzione. Fu preso dal terrore quando si rese conto che il suo corpo era collegato a tutte quelle macchine con tubi di varie dimensioni che gli partivano dalle braccia, dal torace, dall’inguine e dal collo. Prendendo più aria che poteva, emise le sue prime parole: «Non… respiro bene» fu tutto ciò che riuscì a dire.
Martin Müller si sveglia nel reparto di terapia intensiva di una strana clinica con una potente amnesia che tiene in ostaggio tutti i suoi ricordi, sia personali che riguardanti il motivo per cui si trova lì. È molto debilitato, al punto di rischiare la sua stessa sopravvivenza, ma, grazie a un’indomabile e ferrea volontà, il paziente affronta la situazione, facendo di tutto per riprendersi, aggrappandosi alla vita con tutte le proprie forze. Ci sono molte altre cose però che, oltre alla sua amnesia, lo preoccupano e creano un alone di mistero attorno all’istituto, certe parole accennate dal suo compagno di stanza e dal personale medico gli fanno capire che la clinica nasconde un segreto. È una sua parente in visita a fargli delle rivelazioni sconcertanti, che gettano luce sulla sua condizione presente. Nel frattempo si innamora di una amorevole infermiera e torna a sentirsi vivo. Quando esce trova un mondo cambiato, politicamente teso, in cui i disordini sociali non mancano. Cosa è successo a Martin Müller? Come cambierà la sua vita nel nuovo mondo?
INTERVISTA CON L’AUTORE
– L’ultima volta che ci siamo visti mi hai detto che il romanzo che stavi scrivendo non avrebbe dovuto leggerlo nessuno. Perché? E cosa è cambiato adesso che l’hai finito?
Credevo che sarebbe stato molto pesante, invece poi ho aggiunto un po’ di humor nero, una storia d’amore e un lieto fine.
– Che cos’ha di particolare questo romanzo?
Ci sono libri di molti tipi, coinvolgenti, emozionanti, scorrevoli, che fanno dimenticare la vita banale di tutti i giorni… poi ci sono libri come questo che, a prescindere da tutte queste caratteristiche, contengono anche un’idea. Un’idea forse non così nuova, ma che qui appare così tanto possibile e reale che si pianterà nella testa del lettore come un seme. Hai presente Inception, il film dove vanno a impiantare un’idea nella testa di quel tipo…ecco, l’idea che c’è in questo libro farà la stessa cosa, cambierà la mente e il modo di vedere le cose di chi lo legge e gli farà credere che sia possibile …e forse un giorno proprio questo la renderà tale.
– Ci puoi raccontare qualcosa della trama?
Sì, ma non troppo, perché rischio di fare spoilers. Diciamo solo che c’è quest’uomo, un certo Martin Müller, che si risveglia in una clinica in Svizzera più morto che vivo, senza ricordarsi cosa gli sia capitato ma neanche nulla di se stesso. Quindi nel processo di guarigione che segue ci sono vari indizi che gli fanno capire che dietro questo misterioso ospedale dove si trova si nasconde un segreto, quello che succede lì è… guarda, da fa venire i brividi solo a pensarci.
– Quindi adesso lo consigli?
Lo consiglio ma con un avvertimento: questo libro vi cambierà, forse subito, o forse ci vorrà del tempo, ma una volta che il piccolo seme di quest’idea si sarà piantato, il vostro cambiamento avrà inizio. Non abbiate paura e abbiate fiducia nella forza delle idee.
– Fra i vari personaggi presenti nella storia, ce n’è uno o più di uno basati su persone reali?
In effetti sono moltissimi, dal compagno di stanza del protagonista, alla dottoressa Sänger, il direttore sanitario, l’infermiera… anche il personaggio della parente di Martin Müller che gli fa la rivelazione scioccante riguardo a quello che succede nella clinica è ricalcato più o meno fedelmente sulle caratteristiche di una persona reale.
– Questa è una cosa che fai spesso nei tuoi romanzi…
Esattamente, io credo che la complessità di un essere umano non possa essere inventata di sana pianta, ogni persona è un universo, per chi la sa osservare e non vedo perché non dovrei ricalcare dei modelli che esistono già perfetti al di fuori della fantasia.
– Bene, ci vuoi dire altro? Magari a proposito della dedica che hai inserito all’inizio?
Sì, questo libro è dedicato all’equipe della clinica Villa Azzurra di Rapallo e al personale del reparto di cardiologia riabilitativa dell’ospedale di Sarzana. Sei mesi fa ho subito un intervento di plastica al cuore e queste persone mi hanno tenuto in vita. Dato che la maggior parte di quell’esperienza l’ho romanzata in questo libro non posso che dedicarlo a loro.
– Quindi questo è un libro autobiografico?
Non propriamente, la storia del romanzo è del tutto inventata, ho solo usato la mia esperienza personale per poter descrivere in maniera così minuziosa tanti dettagli sia delle procedure che dell’ambiente medico.
– Bene: stai scrivendo qualcos’altro al momento?
Sì sto scrivendo una storia d’amore, voglio cimentarmi nella forma più pura del romanzo, ma dandogli un tocco contemporaneo. Si tratta di una storia tormentata fra un fotografo e una musicista, sono già a buon punto.
BIOGRAFIA DELL’AUTORE: Christian Cantelli Podestà nasce alla Spezia nel 1975. Figlio di un fotografo pubblicitario, passa la sua infanzia nello studio del padre, dove impara a usare la fotocamera professionale ben prima della bicicletta. La passione per la registrazione del momento e l’attenzione per i dettagli lo hanno portato a occuparsi di fotografia a livello professionale ed artistico, dandogli la possibilità di esporre le sue opere in tutto il paese. L’amore per la filosofia lo ha poi convinto, ormai in età adulta, a frequentare l’Alma Mater Studiorum di Bologna, dove ha seguito l’indirizzo logico-epistemologico. Da sempre accompagnato da una fervida immaginazione, ha cominciato a scrivere romanzi durante la quarantena imposta per la pandemia globale dovuta al virus COVID-19. Alle sue spalle ha varie pubblicazioni, come libri di viaggio, i cinque libri dell’epopea fantascientifica dello “Jäger”, il libro di narrativa “Un piccolo paese”, il noir “Panini al prosciutto. Storia di un’assassina”, la serie di spionaggio in due volumi con “Operazione Nivalnov” e “Trappola per scimmie”e il thriller psicologico “La clinica dei risvegli”.
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