L’intervista de “Il Messaggero” a Cristina Scocchia, AD di Illycaffè, offre uno sguardo approfondito sulla sua carriera di successo e sulle sfide affrontate nel corso degli anni. La manager condivide la sua prospettiva sulle questioni di genere e sugli stereotipi che ancora oggi persistono nel mondo del lavoro, specialmente per le donne in posizioni di leadership.
Cristina Scocchia: affrontare gli stereotipi di genere
Cristina Scocchia utilizza i social media come uno specchio della sua vita, mostrando con autenticità il suo mondo, dalle sfide lavorative alla sfera più privata. All’interno dei suoi profili dimostra che la solidarietà femminile può esistere anche virtualmente, evidenziando la necessità di rappresentazione e ispirazione per altre donne. Intervistata da “Il Messaggero”, l’AD di Illycaffè affronta il problema della sottorappresentazione delle donne nei ruoli decisionali, sottolineando come gli stereotipi di genere influenzino ancora le percezioni professionali. La manager evidenzia la dissonanza tra le competenze richieste nei vertici aziendali e gli stereotipi attribuiti alle donne: “Noi donne, come gli uomini, abbiamo uno stile di leadership che non dipende dal genere, ma da competenze e carattere”. Sono numerose le società che oggi preferiscono nominare le donne come Presidente piuttosto che CEO. “Mi piacerebbe vedere più donne in posizioni di comando. È più frequente che ricoprano l’incarico di Presidente, un compito istituzionale e non esecutivo”, aggiunge. Oggi, la quota femminile tra i dirigenti in Illycaffè è del 30%, quattro persone su nove sono infatti donne. “Tuttavia – precisa Cristina Scocchia – ciò che è veramente importante non è il numero, semmai che tutti abbiano la stessa opportunità nel dimostrare il proprio valore”.
Cristina Scocchia alle giovani: “Non permettete al vostro punto di partenza, e all’essere donna, di definirvi”
Cristina Scocchia condivide poi la sua esperienza personale, chiarendo come la sua determinazione a diventare AD l’abbia guidata attraverso una carriera di successo: “Vedevo davanti a me una montagna molto alta, ma il mio desiderio era arrivare in vetta e l’ho trasformato in obiettivo, lavorando duro”. Affrontando il tema delle scelte familiari, l’AD incoraggia le donne a non permettere alle convenzioni sociali di definirle, ma piuttosto a perseguire i propri sogni e obiettivi, indipendentemente dai sacrifici che potrebbero essere necessari. “Alle trentenni dico sempre: non permettete al vostro punto di partenza, e quindi anche all’essere donna, di definirvi”. Analizzando le dimissioni della Premier neozelandese Jacinda Ardern, Cristina Scocchia riflette sull’importanza di un nuovo approccio nella gestione di ruoli di vertice. La manager sostiene che farsi da parte non è segno di debolezza, ma di onestà intellettuale e rispetto per se stessi. “La carriera e la vita sono come una maratona, quando corri in piano va tutto bene, poi arriva la salita e hai il fiatone, cadi e ti sbucci le ginocchia”, conclude aggiungendo che “fermarsi per poi ripartire è un segno di sensibilità e intelligenza”.